Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi stila in rassegna i nomi originali e attuali delle vie più conosciute di Milano Marittima.

Avendo cominciato a svilupparsi negli anni ’20/’30, è logico pensare che la prima toponomastica di Milano Marittima abbia avuto impronte fasciste. Strade e altri siti, infatti, furono dedicati a personaggi, imprese e date cari al fascismo. Altrettanto ovviamente, dal 1946 questa toponomastica è stata totalmente rivisitata con nuove diciture e intestazioni.

Il Viale Matteotti quando si chiamava Viale Arnaldo Mussolini

Uno studio organisco su questo avvicendamento (compresi anche i nomi in dialetto spesso più usati) fu fatto dallo studioso di storia locale Gino Pilandri, che abitava a Milano Marittima e fu anche sindaco di Cervia. Ancora oggi, ad esempio, per capire se davvero una persona è di Milano Marittima, basta sentire come chiama certe strade quando parla; se cita i nomi ufficiali della segnaletica, è probabile non sia del posto. Un esempio? Quello che ufficialmente è Viale dante, per noi di Milano Marittima è da sempre chiamato il Viale dei Carabinieri, perché per svariati anni in questa importante arteria vi era, appunto, la caserma dei carabinieri (poi trasferita su Viale Matteotti). In quello stesso viale, fino agli anni ’60, vi fu un altra caserma all’altezza di Via Rismondi, la quale ebbe come ultimo comandante Piras.

Il nome Viale Dante risale al 1940, inizialmente nel 1901 l’avevano chiamato Via del Poligono perché era uno stradello che portava al Lazzaretto e al Poligono di tiro della Marina Militare. L’attuale Viale Gramsci, tale dal 1946, ebbe tanti nomi: dal 1912 al 1940 era chiamato Viale Milano, poi il 3 Luglio 1940 venne ribattezzato con il nome del gerarca fascista Italo Balbo (morto 7 giorni prima) che aveva una villa a Milano Marittima proprio su questo viale. L’attuale Viale Due Giugno, era prima chiamato Viale Dante (sino al Canalino), poi nel 1940, fatto il ponte e prolungato l’intera via, fu chiamato Viale 23 Marzo. L’attuale Viale Milano, dal 1935 al 1946 si chiamò Viale Ventotto Ottobre. L’attuale Viale Matteotti era Viale Arnaldo Mussolini. L’attuale Viale Nullo Baldini fu inaugurato nel 1939 come Viale Dux e nel 1940 vi piantarono ben 800 Platani (oggi ne rimangono meno di 100).

Il Viale Vittorio Veneto, in gergo Viale dei Pini, fu la prima vera arteria collegante Cervia con la nuova località Milano Marittima. Difatti, questo bellissimo rettilineo alberato ebbe in principio il nome Viale Milano Marittima, come possiamo leggere nel Piano regolatore datato 1931. Qui però si apre un giallo toponomastico. Nel manifesto dell’Azienda di Soggiorno datato 25 Luglio 1948 in cui si dava il programma delle celebrazioni Pallantiane, si legge “ore 18.30 inaugurazione del Viale dei Pini Giuseppe Palanti” il che dimostra che all’artista milanese era stato intestato il viale! Poi, inspiegabilmente, si è continuato a chiamarlo Viale Vittorio Veneto.

Il nome di Palanti è passato più recentemente ad una strada aperta dal Comune su terreno di proprietà della figlia dell’artista che, questa volta (1961), chiese che alla strada fosse messo il nome del padre (sia il manifesto che la memoria di ciò sono custoditi dalla signora Paola Romagnoli Motta nipote di Palanti e nostra amica). Da questo Piano Regolatore del 1931 sappiamo anche che l’attuale Viale Dante non era che un sentiero in Pineta, mentre Viale Due Giugno doveva diventare il Viale Litoraneo, cioè il lungomare di Milano Marittima. Infatti, nel progetto originale di Palanti nel 1911, questo asse doveva chiamarsi proprio Viale Lungo Mare. L’attuale Viale Milano, arrivava solo dalla Rotonda Primo Maggio al Canale Madonna del Pino, alias Canale dell’Idrovora. Il ponticello e il resto del viale che passa vicino a Piazzale Donatello fino al Viale Di Vittorio, non esisteva. Per lungo tempo fu zona di aperta campagna, con le case Cima e Baruzzi.

ùL’attuale Viale Di Vittorio si chiamava Via Romea e il tratto di strada con il semaforo che immette nel Viale Milano, deviava esclusivamente verso il cimitero ed era chiamato La Voltata. L’attuale Piazzale Napoli si chiamava Piazza Addis Abeba, per ricordare la vittoria fascista del 1936 che aveva portato alla proclamazione dell’Impero Italiano. E non a caso la prima chiesetta, sorta lì vicino, fu intestata a Santa Maria della Vittoria (1938). La Rotonda Primo Maggio inizialmente si chiamò La Rotonda, come noi residenti storici la chiamiamo tuttora. L’attuale Rotonda Don Minzoni nel 1935 fu chiamata Rotonda Balestrazzi. In ultimo, La Rotonda Cadorna, tale dal 1940, nel 1935 era stata chiamata Rotonda Planatìa.

Ci sarebbe da fare un paragrafo a parte riguardo i toponimi esistenti da sempre ma non considerati o travisati e quelli inventati di sana pianta ma considerati come esistenti da tempo. Un toponimo esistente ma considerato erroneo è il Viale dei Pini. Questo è il nome autentico dell’arteria, però si continua a chiamarlo Viale Vittorio Veneto e a dire che Viale dei Pini è il nome ufficioso o dialettale datogli dai residenti. Passando alle invenzioni, vedi in primis la Via Arenile Demaniale che trovasi segnata nella cartina di Milano Marittima edita per il Comune nel Marzo 2009 dalla Stampa Tipografia Wafra di Cesena. Sarebbe, né più né meno la fascia demaniale retrostante i bagni, quella che poi è diventata il Lungomare di Milano Marittima.

Altro toponimo nuovo (cfr. Carlino del 2.6.2013) è la Piazzetta Corsica, oggetto di restyling da parte dei suoi negozianti. Trattasi della corte interna del condominio Bussola. In circa 40 anni che vivo a Milano Marittima, e in quel punto ho anche parecchie mie foto d’infanzia, non ho mai sentito dire che trattavasi di Piazzetta Corsica. Perché poi Corsica e magari non Bologna come i viali retrostanti? Se qualcuno ha informazioni in proposito, avrei piacere me le comunicasse.

Poi si scende dal pero quando cito Piazzetta Mercatino (dov’è, per capirci, la ex tabaccheria di Falaschi n.25) e, anzi, mi si ribatte che lì è Rotonda 1° Maggio! Io posso capire che Rotonda 1° Maggio faccia più chic di Piazzetta Mercatino, ma questo é! Fra l’altro non vi era piazza più “mercatino” di quella, visti i negozi che la popolavano tra i quali il fruttivendolo, l’alimentari, la Coop e la macelleria.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *