Viva la rivoluzione (Seconda parte)Continua da Viva la rivoluzione (Prima parte)

Esempio recente di come l’immaginario faccia più testo della realtà è un articolo (cfr. Carlino 30.08.2013) sui localini di Milano Marittima, articolo decisamente fotocopia (è sempre lo stesso autore) di altri apparsi sulla stessa testata il 01.08.2013 ed addirittura il 07.08.2013. A riprova del bombardamento “vip”, a corredare lo scritto c’era la foto di Simona Ventura in bikini e pareo durante un festoso momento in un nostro notissimo bagno. Nella didascalia c’era scritto “Una storica immagine di Milano Marittima. Simona Ventura parecchi anni fa all’happy-hour del…”. Intanto, la frizzante showgirl che tutto fa per dare di sé un’immagine moderna e giovanile, sarà contentissima che abbiano specificato che la foto è di “parecchi anni fa”, e con tutto il rispetto per la sua persona ed il suo personaggio, mi sembra esagerato definire una simile foto come “storica” per Milano Marittima. A casa mia i parametri sono ben altri se penso alle foto di Zangheri o di Crepaldi. Ormai tutto fa brodo, un esempio eclatante di come tale brodo venga servitoci e dove si mette di tutto e tutti è un articolone-reportage dove si elencano le 50 più significative personalità (nei vari settori) della regione Emilia-Romagna apparso sul n.14 del magazine patinato “bmmZone” del 17.05.2013 e che lascia atterriti per certi accostamenti e certe immaginifiche didascalie. Veri VIP come Umberto Eco, Riccardo Muti, Isabella Seragnoli, Ersilio Tonini, Gustavo Raffi, Luca Cordero di Montezemolo, Fabio Roversi-Monaco compaiono in classifica assieme a certi personaggi nostrani. Nello stesso magazine, oltre al compleanno di Arrigo Sacchi, c’è un più interessante articolo corredato di molte foto, dove si parla anche di un vero protagonista della Milano Marittima che fu, ossia l’imprenditore gentleman e driver Manlio Travaglini-Diotallevi. Chi scrive si onora di conoscerne una figlia, alla quale questo appassionato di motori insegnò a guidare a 14 anni! Ed è proprio perché il “presente” di concreto non ha niente, che ciclicamente si va proprio agli anni ruggenti di Travaglini e company per cercare di rinverdire fasti ed immagine di Milano Marittima. Ma è un passato riproposto non per onorare la nostra storia, ma per meri fini di marketing. Una riprova che ciò che non fa cassetto non interessa molto a chi di dovere è questo blog: pochissimo interesse e collaborazione riguardo un progetto che è il primo ad essersi occupato della vera storia di Cervia e Milano Marittima a 360 gradi, svelando tanti aspetti poco o per nulla conosciuti e rendendo il più grande contributo alla nostra storia spesso affrontata in maniera molto superficiale. Quando si fa qualcosa di culturale o sedicente tale, spesso è un accessorio ad iniziative di cassetto, come quando si fa la Vetrina di Romagna in Borgo Marina, con le solite conferenzine, le solite diapositive. Più recente, pensiamo alla propagandata serata del 28 Settembre “Milano Marittima flower chic, la città come negli anni 70″. In primis, da notare come sempre l’immancabile aggettivo “chic”, poi ci sarebbe da obiettare che la Milano Marittima degli anni 70 si offriva in maniera ben diversa, ma  questo forse tanti attuali vip e notabili del centro non lo sanno perché non erano qui. Ma così come non è tanto un abito indossato a fare elegante una persona, ma è la persona e la sua personalità intrinseca a valorizzare l’abito (famosi i polsini sdruciti del Principe Carlo), allo stesso modo non è tanto l’evento in se a fare lo chic, ma chi vi partecipa. Lascio da parte le simpatiche e riuscite performance di almeno due gruppi musicali come gli Herpes e i Bellettinis, finalmente due compagini di milanomarittimesi! L’epoca magica di Milano Marittima anni 70 è finita ma non tanto per colpa di ovvi motivi cronologici, è finito, o meglio, è stato ammazzato quell’ambiente! Non c’è più la gente con “G” maiuscola, com’era Travaglini e compagnia bella. Luca Goldoni ha scritto recentemente “Compiango i ragazzi di oggi, perseguitati dai revival, dalle repliche. Oggi tutto è revival, passa come un rullo compressore sulle memorie private” (Carlino 21.09.2013) vero! E’ quel tesoretto di memorie private che, chi scrive, si sforza di ripescare ed offrire a voi lettori in questo blog. Quell’epoca per Milano Marittima non era pura immagine ma era manifestazione di intrinseca sostanza. Non offendetevi su quanto sto per dire: se Milano Marittima non l’avete vissuta allora, lasciate perdere, non saprete mai cosa e chi vi siete persi. Diceva Talleyrand “Chi non visse gli ultimi anni dell’Ancien Régime non saprà mai cosa sia il dolce vivere”. Qui la rivoluzione è arrivata giusto 200 anni dopo, con l’epoca dei vip. Un sistema, un train de vie che durava da 80 anni, dall’epoca dei vari Maffei e Palanti, che era immagine e sostanza e che è stato completamente sradicato, rivoluzionato. Come la Bastiglia fu fatta fuori mattone per mattone, così il vecchio sistema di Milano Marittima è stato assaltato e fatto fuori pezzo per pezzo: le vicende dei vari Peppino Manzi, De Maria del Woodpecker e molti altri, ne sono una prova lampante. Per far posto al nulla, nonostante i titoloni della stampa. Il commento dell’assessore competente riguardo l’evento “Flower” è stato “Come avviene nelle località di mare più rinomate al mondo” (Corriere 22.09.2013). Sempre questa fissa di essere fra i migliori al mondo. Altro titolo “Difficile distinguere: Woodstock? Ibiza? No, siamo proprio a Milano Marittima perché l’estate nella località glamour non finisce mai” (Voce 28.09.2013). Nelle vere località marine più rinomate accadeva ben altro che due canzonette e due bancarelle. Tipo il Portofino Rolex Trophy, l’America’s Cup di San Francisco. Qui si tratta non di opinioni, ma di commenti suggeriti dai fatti.

Il Conte che non conta

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