Venti di guerra era il titolo di un serial che mi appassionò negli anni ’80 ed ebbe tanto successo che ne fece una sua versione anche “Topolino”. I venti della guerra tirarono anche su Milano Marittima: la storia più famosa, oramai trita e ritrita, è quella di Ettore Sovera che nasconde nel suo Mare Pineta ebrei (tra questi anche Teddy Reno, poi marito di Rita Pavone) e ufficiali inglesi. Questa, insieme ad altre storie di partigiani è una vicenda che viene sempre riportata. Con questo articolo il Conte che non conta vi racconta, in esclusiva, di altri personaggi che finora nessuno ha collegato al nome di Milano Marittima e pertanto sconosciuti alla storia locale; ma conosciutissimi dalla storia con la “S” maiuscola.
Il primo personaggio, primo in ordine temporale non di importanza, è il nobiluomo siciliano Ignazio Sanfilippo (1857-1943), che in Libia fu spia ed agente di Benito Mussolini, nonostante di facciata fosse anche un imprenditore e ricercatore: la sua vicenda fu addirittura paragonata a quella di Indiana Jones. Fu nominato dirigente delle solfatare della famosa Famiglia Florio, che aveva comprato parecchi beni dalla famiglia dei marchesi Rusconi, i quali ebbero legami con Milano Marittima (andavano al Mare Pineta e mia madre ricorda la marchesa), così come i loro parenti Pullè. Una nipote di Ignazio Sanfilippo (che aveva ben 12 fratelli), la contessa Regina Sanfilippo, era anche lei amante delle vacanze a Milano Marittima e addirittura assunse un giovane del posto come cameriera per la sua casa di Milano. Ora al posto della sua villa alla quinta traversa si trova un hotel. Sempre in tema di ville, tuttora vicino al Mare Pineta si trova Villa Wanda, dal nome della vecchia proprietaria, la contessa Wanda Malagola; qualcuno oggi fantastica sul suo compagno degli ultimi anni, il polacco Pius Stesiak, che avrebbe fatto parte dei servizi segreti inglesi. Ne dubito. Certo è che la famiglia dei conti Malagola è imparentata con i fratelli Von Stauffenberg , che insieme ad altri ufficiali tedeschi organizzarono il fallito attentato ad Adolf Hitler: in un film la parte di Claus von Stauffenberg viene interpretata da Tom Cruise. La contessa Elena Malagola sposò Lord Peter Thorneycroft, Cancelliere dello Scacchiere, ed è la Lady inglese che qualcuno vagamente ricorda al Mare Pineta, ma senza saperne il nome (come suo solito, il Conte invece sa anche questo). Riguardo i legami parentali, ricordiamo che esisteva un legame fra i nobili cervesi Pignocchi (famiglia della poetessa Teodolinda) e di Malagola per le nozze (1878) fra Carlo Malagola e Concetta Pignocchi. i Pignocchi erano parenti anche del Papa Pio VII Chiaramonti.
In una discreta villetta abitano ancor più discretamente le nipoti e la figlia di Ettore Muti (vedova del Console di Svezia) e un’altra vecchia villa in Rotonda Cadorna (che rischiò di diventare ristorante) era della Famiglia del Generale Cadorna, attivissimo nella guerra di Liberazione con i Volontari della Libertà. Inoltre, molto attivi nella vita sociale della “Milano Marittima bene” erano i nipoti dell’Ammiraglio Bergamini (decima traversa) con il loro gruppo di amici.
I simpatici conti Ferniani di Brisighella avevano un appartamento alle traverse e, nella villa di famiglia di Errano nascondevano i partigiani faentini. Per anni fu loro vicino il Dott. Celestino Scaravelli che si adoperò non poco all’ospedale, addirittura operando senza sosta per giorni, durante il passaggio del fronte. Peggio andò ai marchesi Paulucci di Calboli, Raniero e Pellegrina, fucilati dai tedeschi per aver intrattenuto contatti con gli inglesi. I Paulucci hanno sempre fatto parte dell’èlite di Milano Marittima: avevano anche una villa con scuderie in Viale Leopardi.
C’era poi il conte Giovanni Manzoni di Lugo, partigiano decorato dal Generale Alexander e dal Generale Longo della “Garibaldi”: attivissimo nella vita culturale di Milano Marittima, ottenne vari premi in collaborazione con gli amici Giacomo Onestini e Neddo Cicognani.
Dall’altra parte troviamo, in primis, Italo Balbo: quando morì, a causa dell’abbattimento dell’aereo che stava pilotando, era con lui l’amico e copilota Quilici, babbo di Folco, noto naturalista. Folco era proprio ospite di Italo Balbo a Milano Marittima quando seppe della tragedia ed in una intervista ricorda che pianse la morte del padre contro un pino della Villa Balbo.
All’Hotel Baby negli anni della mia infanzia veniva il Dott. Grossi, incaricato da Mussolini (inutilmente) di accordarsi con i partigiani locali. C’era poi l’On. Ugo Clavenzani, già ambasciatore e ministro delle corporazioni fasciste, che aveva una villa regalatagli dal Fascio ravennate. Il Duce stesso diceva che era tanto convincente che non riusciva mai a negargli nulla! Nel dopoguerra il salotto di casa sua, gestito dalla gentile consorte Lina, divenne ritrovo di nostalgici, e ci veniva (il Conte non vi racconta bugie) anche Donna Rachele, ad insaputa della stessa famiglia.
Sul ruolo del Vaticano ha scritto molto Emma Fattorini, storica di fama internazionale e cittadina DOC di Milano Marittima: alla Messa di Pasqua mi ha ringraziato per averla segnalata per la cittadinanza onoraria che dice di non meritare! All’epoca era Papa Eugenio Pacelli, la cui famiglia aveva parentela con i conti Felici, proprietari nella campagna cervese. A proposito di persecuzione degli ebrei, fu la Principessa Pignatelli la mattina del 16/10/1943 ad avvisare il Papa del rastrellamento del ghetto, oggetto di tanti film. Era Pignatelli anche Papa Innocenzo XII che volle Cervia Nuova (quello del Chirografo, per capirci). A Milano Marittima ci sono diversi cugini dei Pignatelli: i marchesi Bartolini-Salimbeni, i conti Ausiello-Mazzi, le contesse Del Balzo Giananni e i Chertizza.
Frequentatori di Milano Marittima erano i famigliari del noto politico Leo Valiani (1909-1999). Il figlio Rolando è professore universitario e presidente dell’EFIM. Affezionatissima habituè presso un hotel importante della III traversa era, e dovrebbe essere tuttora, una ricchissima signora ebrea tedesca, che aveva interessi tra Colonia e Bruxelles nel settore dei gioielli. Era un tipo sui generis. Passi l’essere amica di Manfred Rommel (figlio di Erwin “la Volpe del Deserto” dell’Afrika Corps), passino le sue imbarazzanti avance nei miei riguardi quando ero ancora adolescente… ma era incredibile sentire un’ebrea parlare malissimo degli ebrei e benissimo di Hitler. La nave più famosa della marina di Hitler era la grande corazzata “Graf Spee” (conte Spee). Da tempo abita in Via Colombo a Cervia un’illustra nobildonna cognata proprio del conte Spee, la cui casata diede nome alla nave.
A Milano Marittima vive e lavora da una vita Rossano Folicaldi, il cui padre Libero fu un capo partigiano cui è stata intestata una piazzetta a Lugo. Rimini ha invece dedicato una via alla memoria del colonnello conte Ferdinando Graziani, la cui famiglia aveva varie proprietà immobiliari a Milano Marittima vicino a casa mia. La vedova, contessa Anna Maria Laurenti Graziani, conservava in salotto nel suo palazzo ferrarese un ritratto del marito morto in Russia. Era custode delle loro case il noto personaggio cervese “Bull” Guidazzi, zio dell’altrettanto noto “Zimbo”, amico di Walter Chiari. Negli ultimi tempi la contessa era legata ad un polacco di nome Novisky, che fu anche allenatore del Cervia calcio. Infatti dagiovane, prima della guerra, è stato addirittura capitano della nazionale di calcio polacca.
Il Fascismo cadde nel 1943 dopo il famoso Ordine del Giorno Grandi che esautorò Mussolini. Dino Grandi, conte di Mordano aveva una figlia che ancora negli anni 60 veniva in vacanza a Milano Marittima (Hotel Biancaneve). Si dice infatti (e forse con ragione) che per lasciare al Duce il palcoscenico di Riccione diversi gerarchi fascisti avessero deciso di ripiegare su Milano Marittima. La famiglia Grandi risiedeva in una villa della Quinta Traversa (dove oggi c’è una banca). La famiglia del ministro Dino Alfieri risiedeva in una villa di Viale Matteotti (oggi c’è il ristorante Notte e Dì). Di Cesare Balbo e famiglia sappiamo che aveva la villa nell’attuale Via Cadorna (poi hotel Terminus). La famiglia del gerarca Ettore Muti di Ravenna è tuttora presente a Milano Marittima anche se all’epoca del Duce la casa era situata in un’altra zona (Diana Muti figlia di Ettore nonostante i suoi 84 anni ha tuttora un invidiabile falcata tanto a piedi quanto in bicicletta).
Il Conte che non conta