L’aeroporto militare di Milano Marittima fu costruito dagli alleati nel 1944 per sostenere l’avanzata dell’Ottava Armata Britannica in Italia.
“Eravamo ancora una volta in movimento, ci spostarono lungo la costa, questa volta a Cervia, che era stata un villaggio di pescatori trasformato in un luogo turistico con un sacco di piccole ville” (…) “Attraverso la pineta avevamo scavato una pista pavimentata con piastre in acciaio collegate tra loro” (…) ”Tante cose sono accadute a Cervia, gli aerei volavano in continuazione” (…) ” Non abbiamo visto molto di Cervia. La maggior parte di noi erano troppo occupati per andare a ubriacarsi in paese…”.
Ricordi di Bill Barwick, pilota del 112° Squadron RAF
LA COSTRUZIONE DELL’AEROPORTO MILITARE DI MILANO MARITTIMA
Era il 22 Ottobre del 1944 quando venne liberata Cervia e a Novembre il comando inglese iniziò i lavori di costruzione dell’aeroporto militare di Milano Marittima dentro alla pineta. Questa zona fu probabilmente scelta per la sua posizione discretamente nascosta dai pini e per la comodità di avere le due grandi colonie Montecatini e Varese a disposizione per la rimessa degli aerei in riparazione. Il disboscamento a monte del Viale Matteotti non fu un problema per i potenti bulldozer dei militari.
L’aeroporto militare di Milano Marittima era popolato da inglesi, australiani e sudafricani. La pista era lunga almeno 1500 metri ed era composta da grelle, strisce d’acciaio traforato inventate dalla U.S. Army Waterways Experiment Station negli Stati Uniti, con il nome Marsden Matting. Abbiamo testimonianza che a costruire la pista dell’aeroporto fu il 112° Squadron RAF arrivato per primo il 19 Novembre del ’44.
Si trovava in posizione tattica, a sole 24 miglia dal fronte e quindi eventuali richieste di supporto alle truppe di terra potevano essere soddisfatte in tempi brevissimi. Il 3° Squadron RAAF portava sostegno all’avanzata dell’Ottava Armata e aveva inoltre il compito di tenere sotto pressione le linee di comunicazione tedesche nel nord Italia, sia ferroviarie che stradali, per evitare l’arrivo di rinforzi al fronte, effettuando nel contempo azioni in Jugoslavia contro le truppe tedesche che combattevano i partigiani di Tito.
LE MISSIONI DOCUMENTATE
Tra le tante missioni ce ne sono due delle quali abbiamo rintracciano la documentazione, la prima riguarda il disastroso bombardamento di Reggio Emilia che puoi leggere qui. La seconda fu quella denominata Operation Bowler con obiettivo il porto di Venezia e della quale facciamo un breve riassunto. Erano le 14.30 del 21 Marzo 1945 quando gli aerei capitanati dal Colonnello George Westlake, decollarono dalla pineta di Milano Marittima per radunarsi sopra a Ravenna e andare in direzione Venezia. La missione di bombardamento fu talmente chirurgica che alcune persone uscirono nelle terrazze delle loro case a guardare gli aerei. La missione durò in tutto un’ora e mezza, di cui dieci minuti di furiosi scontri nei quali i tedeschi ebbero la peggio. Alle 16.05 le squadriglie poggiarono di nuovo le ruote sulla pista di Milano Marittima.
IL GENERALE ALEXANDER A MILANO MARITTIMA
La pista d’atterraggio fu usata per far atterrare il B-25 sul quale viaggiava il generale Alexander che venne in Romagna per presenziare alle esercitazioni di sbarchi dal mare con i Fantails che da metà marzo 1945 si tennero sulle spiagge dei lidi ravennati in previsione dello sfondamento finale sulla Gotica.
LA PINETA NEL DOPOGUERRA FRA PIANTUMAZIONI E REPERTI
L’aeroporto militare di Milano Marittima fu attivo per soli 7 mesi e venne smantellato tra Maggio e Giugno del ’45 conseguentemente alla resa delle forze tedesche in Italia. Quando gli Alleati lasciarono Milano Marittima si curarono ben poco di ripulire la pineta, in pratica non fecero altro che abbandonare tutto ciò che non vollero e non riuscirono a portare con loro, per questo motivo abbiamo ritrovato numerosi reperti e nel 2005 furono ritrovate addirittura diverse parti di un Mustang australiano. È doveroso ricordare l’impegno prezioso che profuse Germano Todoli nel ripiantare una quarantina di ettari di pineta. Con l’appoggio del comando forestale lavorò per anni per neutralizzare l’inquinamento lasciato dall’aeroporto utilizzando i fanghi dell’impianto di depurazione per arricchire il terreno e ripiantando in continuazione piante nuove in sostituzione di quelle cadute. Finalmente nel 1987 venne eliminata la recinzione di filo spinato che la delimitava e la striscia di pineta fu aperta al pubblico.
“Nel ’46 tornai a Milano Marittima e vidi che c’era rimasta solo metà della torre della Colonia Montecatini” (…) ”Un giorno andai in pineta a vedere l’aeroporto, l’avevano rasa al suolo!”
Ricordo di Aurelio De Maria
Da questa immagine è possibile capire come nella foto precedente manchino più dei tre quarti della pineta (Google Earth 2015)
GLI SQUADRONI DELL’AEROPORTO MILITARE DI MILANO MARITTIMA
3° Squadron RAAF (Royal Australian Air Force) “Desert Air Force” con aerei North American P-51D Mustang che rimasero a Milano Marittima fino al 18 Maggio 1945
450° Squadron RAAF (Royal Australian Air Force) “Desert Harassers” rimasero a Milano Marittima dal 25 Febbraio al 19 Maggio 1945 con aerei Curtiss Kittyhawk P-40 e capo squadriglia Jack Carlisle Doyle
112° Squadron RAF (Royal Air Force) del Regno Unito, con aerei North American P-51D Mustang rimasero a Milano Marittima dal 19 Novembre 1944 al 25 Febbraio 1945
260° Squadron RAF (Royal Air Force) del Regno Unito con aerei North American Mustang Mark III rimasero a Milano Marittima da Febbraio a Maggio 1945
250° Squadron RAF (Royal Air Force) del Regno Unito con aerei Curtiss Kittyhawk IV rimasero a Milano Marittima da Febbraio a Maggio 1945
5° Squadron SAAF (South Africa Air Force) del Sud Africa con aerei North American Mustang Mark III rimasero a Milano Marittima da Febbraio a Maggio 1945
657° Squadron RAF (Royal Air Force) del Regno Unito, con aerei Auster rimasero a Milano Marittima dal 29 Novembre al 15 Dicembre del 1944
LE LIVREE DEGLI SQUADRONI
Il 3° Squadron RAAF aveva come insegna sul timone la costellazione “Croce del Sud” costituita da 5 stelle bianche in campo azzurro di cui quattro a sette punte e una a cinque punte. Inoltre su alcuni aerei, in coda c’era disegnato un piccolo coccodrillo nero del quale però non si conosce l’origine e che sembra fosse presente anche sugli aerei della S.A.A.F.
IL VIDEO ORIGINALE DELLA RAAF
LE FOTO DELL’AEROPORTO IN FUNZIONE
ANNOTAZIONI E INCIDENTI NELL’AEROPORTO MILITARE DI MILANO MARITTIMA
(Si ringrazia Aerei Perduti)
4 Gennaio 1945 – Spitfire IX
Pilota Lt. J. Roelofse del 4° Sqn. SAAF . Precipitato nella zona delle saline di Cervia per avaria del motore.
25 Febbraio 1945 – kittyhawk
Il Pilota Douglas Lachlan ha subito ferite alla testa e agli arti inferiori, quando con il suo aereo Kittyhawk ha attraverso un campo minato a Milano Marittima. Jack Doyle e Stan Watt hanno assistito alla collisione e il diario personale di Stan riporta quel giorno memorabile: “Ho seguito con attenzione i passi di Jack attraverso il campo minato e l’ho poi aiutato a portare Doug all’ambulanza”.
Questo episodio segnò la fine del servizio di Douglas nel 450° Squadron RAAF e come lui stesso ricorda: “Sono andato molto bene fino a quando sono riuscito ad abbattere uno dei velivoli di Sua Maestà.” In seguito è stato insignito del Distinguished Flying Cross per i suoi sforzi coraggiosi.
9 Marzo 1945 – Kittyhawk IV – Kittyhawk IV
Nel pomeriggio dodici kittyhawk IV del 250° Sqn. RAF erano di ritorno dal bombardamento dello scalo ferroviario di Cittadella. Durante la manovra di avvicinamento alla pista, a sudest della medesima, due velivoli entrarono in collisione: il nr. FT882 del Lt. D.B. Tattersall ed il nr. FT865 del Lt. Somerset, sudafricani. Entrambi i piloti restarono uccisi nell’incidente.
18 Marzo 1945 – Kittyhawk IV
Il Lt. R.S.M. Wingfield, sudafricano del 450° Sqn. RAAF stava decollando alle 13,20 con il suo Kittyhawk IV nr FX568 quando esplose il pneumatico del ruotino posteriore. L’aereo sbandò per alcuni istanti poi si impuntò con il muso sulla pista.
3 Aprile 1945 – Mustang
Il Mustang CV-L, KH-806 del F.O.I.S Purrsey fu colpito dalla contraerea e venne recuperato dopo un ammaraggio di fortuna nelle acque dell’Adriatico.
16 Aprile 1945 – Mustang IV
Alle 15,25 decollarono dodici Mustang IV del 3° Sqn. RAAF diretti verso Reggio Emilia in missione di bombardamento. Immediatamente l’aereo nr KH710 del W/O D.J Wells accusò gravi problemi di surriscaldamento costringendo il pilota al rientro: il motore non gli permise addirittura di raggiungere la pista e il Mustang si fermò prima, fracassandosi in un rovinoso atterraggio nei pressi dell’aeroporto. Fortunatamente le due bombe da 500 libbre che aveva ancora sotto le ali non esplosero e Wells se la cavò senza riportare ferite.
12 Maggio 1945 – Kittyhawk IV FT930
Il ventunenne sergente Ronald Henry Scharf del 450° Sqn. RAAF perde quota durante una planata di avvicinamento e si impunta con l’aereo al suolo. L’aereo prendere immediatamente fuoco uccidendo il pilota che verrà seppellito nel cimitero di guerra a Ravenna.
Informazioni e materiale fotografico sono ricerche di Thomas Venturi
Il 450th RAAF proveniva da Fano
https://www.facebook.com/RAAF.Museum/photos/pcb.803812023065721/803811106399146/?type=1&theater
Si tratta del CAC CA-18 Mustang Mk.21 A68-105 VH-JUC di proprietà e operato da Judy Pay e Richard Hourigan, nei colori del P-51K-1-NT Mustang IVa KH677 / CV-P del 3 SQN, durante il periodo in cui fu basato in Italia a partire dal 1944.
Grazie per la segnalazione Fabio, lo inseriremo nel blog!
MOLTO INTERESSANTE.
Bellissimo approfondimento su una parte di storia della nostra regione.
Complimenti per la ricerca.
Solo una piccola nota a latere,
chi si si occupa della parte armamenti in
ambito militare viene definito armiere e non
armaiolo.
Molto molto interessante. Lo dico da pilota e appassionato della storia dell’aeronautica in Italia.
Sono nato nel 44 e sono cresciuto con i racconti dei miei famigliari che hanno vissuto quel periodo, col tempo mi sono appassionato di aeronautica e tutto ciò che riguarda il periodo storico dell’ epoca. Confesso sinceramente di avere provato una forte emozione nel leggere e vedere queste meravigliose foto.Complimenti agli autori per la bellissima ricerca .
Ma vorrei precisare come ha già fatto il sig. Ermes prima di me che in ambito militare chi si occupa delle armi viene definito “armiere”.
Armaiolo è colui che gestisce un negozio o fabbrica artigianalmente ,vende e ripara armi leggere.
Probabilmente si tratta di un errore di traduzione dall’ inglese.
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