Ormai le risse dovute alla movida selvaggia suonano come un disco rotto che sentiamo da ormai oltre 20 anni a Milano Marittima.

Che palle, e non mi riferisco a quelle dei miei stemmi, ma al fatto che da oltre 20 anni si leggono sempre le stesse notizie, le gli stessi commenti, le stesse promesse, le stesse prese in giro. Ma è davvero una novità che ci sia stata una rissa con sangue sparso su vetrine e arredi urbani mercoledì notte 10 Luglio come ci informa il Corriere di oggi? Fra l’altro, proprio nello stesso punto, c’era già stata una rissa ripresa dalle telecamere come da articolo del Carlino del 18 Luglio 2020.  Ormai non si tiene più il conto degli articoli fotocopia dai medesimi titoli e interviste.

Nell’estate 2017 abbiamo dedicato parecchi reportage al fenomeno delle risse con gli articoli intitolati Milano Marittima notti rosse, ma ne dopo, come neanche prima, è cambiato nulla, quindi di cosa stiamo parlando? Evidentemente è un turismo che fa comodo a tanti, e non si ha davvero interesse a eliminarlo. Leggo che si chiedono controlli. Non servono controlli, servono sanzioni e pure pesanti, ma anche qui il partito del lasciar correre è potente.

Del resto l’ultimo fattaccio è avvenuto praticamente di fianco al posto di polizia estivo, il che fa chiaramente capire, anche ad un deficiente, che questi delinquenti (che tali sono e così vanno chiamati) sanno di essere intoccabili, o comunque di non rischiare più di tanto. Fastidiosi gli ipocriti commenti di chi si sveglia solo oggi dopo vent’anni di escalation di degrado, specialmente di chi è sempre stato zitto finché non ne ha fatto le spese in prima persona.

A guardare un po’ di titoli dei vecchi giornali viene quasi da ridere “Violenza e risse nel cuore del glamour” (Voce 25 Agosto 2011) “Risse, sporcizia, sangue e denti rotti” (Carlino 8 Agosto 2010) “Nasce il comitato contro gli eccessi” (Corriere 15 ottobre 2009) “Milano Marittima all’alba sembra una discarica” (Voce 3 agosto 2006) e tanti altri da farci un’enciclopedia a più i volumi e in costante aggiornamento, purtroppo.

Sempre gli appelli delle categorie, sempre le promesse di chi sta nel palazzo, sempre (addirittura) le giustificazioni degli imbecilli, sempre chi vorrebbe una totale omertà su questi fatti per non dare, a detta loro, un’immagine sbagliata della località. Mi incuriosirebbe vedere quella giusta di immagine, al di là della squallida e ridicola propaganda che ci tocca pure pagare insieme ai danni creati dalla delinquenza.

Un estate 2024 che vede prepotenze, maleducazione e volgarità anche da parte di padri e madri di famiglia apparentemente insospettabili, e non parliamo di tanti anziani, che sono i primi a dar cattivi esempi, poi inutile stupirci di come siano oggi i loro bravi figli e i loro splendidi nipoti.

Quelle immagini di sangue comparse sul giornale, mi hanno fatto due volte, perché hanno imbrattato un luogo che mi è carissimo per tanti momenti di gioco d’infanzia quando dal 1978 mio padre aveva la boutique, dove prendere il gelato al tavolo era considerato un privilegio e dove alcuni non si sentivano mai abbastanza eleganti per passeggiare.

Come al solito esprimo la mia solidarietà all’Arma dei Carabinieri che ogni giorno cerca di contenere come può i danni di questo turismo malato.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi