Il Conte spiega perché il nuovo parco urbano di Milano Marittima è una contraddizione in termini e un tradimento dell’anima della città.
Ormai la gente si beve tutto. Perché la gente non sa più ragionare, non sa più dar peso alle parole tutto da brodo. Parco urbano “DI” Milano Marittima è una eresia, quasi una bestemmia, è davvero una contraddizione in termini perché è un totale tradimento dell’anima della nostra città.
Milano marittima, quella vera intendo, non tutte quelle cose che potete trovare altrove e che a molti fanno dire io amo Milano Marittima. No cari, se non amate i pini dentro Milano Marittima voi non la amate.
Un nuovo parco urbano (qui il progetto) vuol dire azzerare la peculiarità unica della località e renderla uguale ad altre centinaia di realtà dove il parco, il polmone verde cittadino, è un qualcosa “a parte” rispetto al resto del tessuto urbano. Milano Marittima è nata proprio in antitesi e il verde ed i pini erano la città stessa.
Il parco non era “di” Milano Marittima, il parco era in un unicum insolvibile. Il verde non era un accessorio, era “la” località. Se non capite questo semplice concetto allora non sapete nemmeno dove sia Milano Marittima. Dire che a Milano Marittima i pini stanno bene in pineta è come andare in chiesa e dire che i crocifissi stanno bene fuori. Come ordinare una Sachertorte chiedendo di togliere la marmellata e, una volta mangiata, dire “quanto è buona la Sachertorte”.
Nel 2018 il Forum Mondiale della FAO, non dei cretini da bar di paese come sono ormai tanti “esperti” chiacchieroni della località, ha messo in evidenza quello che noi avevamo già dal 1912, sui tanti e vari benefici della forestazione urbana, non extra urbana. In certe nazioni addirittura vengono costruiti quartieri residenziali dove l’80% della superficie è solo verde. Da noi invece si sega. Togliere i pini nella nostra città è come a Venezia togliere le palafitte che sono le fondamenta della città.
Il progetto di Palanti del 1912 era un progetto urbanistico non certo un progetto edilizio, e c’è un’enorme differenza di concept e di vision. Ma a voi che vi frega, per voi Milano Marittima è un brand, una moda, una sequenza di cazzate e di idee distorte e guai chi ve le tocca.
Nel 1974 il PRG definiva per Milano Marittima nuove dotazioni di verde anche come alternativa alla spiaggia, quindi dopo mezzo secolo sai che novità sto parchetto. Ma l’importante è raccontarla, come fu per il Matteotti, dove il tanto strombazzato restyling per avere un viale giardino non solo si limitò al tratto Rotonda-Canalino, ma ha visto successivamente eliminare tutti gli alberi rimasti, quando era davvero un viale giardino ancora negli anni ’80 con doppia fila di pini e cipressi.
Quando ero bambino un parco urbano estivo era la Colonia Varese che ospitava il Luna Park e dove il Comune non solo poi non ha mai chiesto danni di immagine per l’ingresso alla località spacciata per fashion esclusiva glamour vip, ma neanche ha mai fatto rispettare, credo, la propria ordinanza 1761 del 3 Luglio 1986 sull’obbligo di tenere pulite e decorose le proprietà verdi.
Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi
La Colonia Varese che ospitava il Luna Park me la ricordo, ero molto piccolo! Comunque tutto vero, un peccato.
ESATTO! Milano Marittima nasce “dentro una pineta”, non accanto ad una pineta e per tanti decenni aveva continuato ad esserlo pur nell’espansione edilizia! Progetto di Città-giardino, essa stessa un parco con case e hotel, non con un parco adiacente! Ma tant’è..