Dove sono finiti i tedeschi che affollavano Milano Marittima? Il Conte fa un’attenta analisi dietro al fuggi fuggi generale degli ultimi 20 anni.

Fino alla prima metà degli anni ’90 Milano Marittima è rimasta praticamente fedele a quella di sempre e, fra le caratteristiche immutate, c’era la fedelissima presenza di turisti tedeschi. Anzi, i turisti tedeschi erano non solo maggioritari fra quelli stranieri, ma maggioritari in assoluto, in stagione si sentiva quasi solo la lingua di Goethe. Con tutti gli annessi e connessi, dalle messe alla Stella Maris, ai programmi ed annunci per radio in spiaggia, alle varie indicazioni turistiche. Tutti masticavano quel minimo di tedesco per farsi capire nel proprio settore.

milano marittima tedesca

LA LINGUA TEDESCA A MILANO MARITTIMA

Mi piace sempre ricordare come persone che a mala pena parlavano italiano, perché venuti a fare i bagnini o gli albergatori dalla campagna, perlopiù dalla zona di Forlì e Cesena e quindi abituati al dialetto, riuscissero a intessere rapporti umani di vera amicizia coi turisti tedeschi, che a loro volta poco parlavano italiano ma erano persone molto disponibili e carine assolutamente lontane da stupidi stereotipi di superiorità o rigidezza. Erano affezionati a Milano Marittima è alla sua gente, cosa che non si può dire di tanti turisti o secondi residenti di adesso.

A parte me, che ho mezza famiglia tedesca e tedesco anche un titolo nobiliare, il tedesco era parte di noi già da piccoli, una lingua non solo familiare, ma imparata anche alle elementari e addirittura a Natale in tedesco cantavamo anche le canzoncine tradizionali di rito.

LA FEDELTÀ TURISTICA

I tedeschi erano clienti fedelissimi. Non ci tradirono dopo la carognata del cimitero di guerra. Non ci tradirono nel ’63 dopo la carognata della guerriglia urbana dei giovani comunisti.

Milano Marittima, manifestazione FIGC. Foto: Archivio Zangheri
Milano Marittima, manifestazione FIGC contro i tedeschi. Foto: Archivio Zangheri

Con buona pace di fior di bugiardi non ci tradirono neanche dopo la mucillagine dell’89. Vi hanno sempre mentito per togliersi le responsabilità. Innanzitutto nel 1989 la mucillagine coincise col periodo stagionale che vedeva da sempre una scarsità rilevante dei tedeschi rispetto agli italiani. Quindi questo esodo teutonico in fuga da Milano Marittima è pura fantasia, e poi perché da sempre qui si trovavano così bene che anche questi gravi incidenti di percorso non li avevano mai fermati. Ma quando da incidenti occasionali si passa a un radicale cambiamento di rotta, allora ecco che tutto cambia. E cambiò.

IL CAMBIAMENTO DI MILANO MARITTIMA

Ogni estate ricordo bene le prime defezioni, le prime lamentele, di gente dispiaciuta, accorata, perplessa, più che arrabbiata. Perché dalla seconda metà degli anni ’90 i tedeschi hanno iniziato a trovare una Milano Marittima che era sempre meno verde, e sappiamo quanto questi popoli nordici amino la natura che qui era davvero sovrana. Poi hanno iniziato a trovare sempre meno locali normali e di livello sostituiti sempre più da un turismo orientato al casinificio giovanile.

Dopo 50 anni si sono anche stufati di tornare in hotel rimasti uguali e assolutamente invecchiati senza mai un minimo di restyling. Lo dicevano. Lo dicevano ma praticamente nessuno li ha ascoltati. Forse perché non era gente che urlava, quasi si scusavano di far notare il nuovo brutto andazzo di Milano Marittima e aver deciso a malincuore di non tornare più… E dire che la fortuna di Milano Marittima deve moltissimo a questi tedeschi il cui marco per anni fu valuta più pregiata del dollaro.

Posso dire che erano persone corrette, educate e sempre ben vestite, altro che cazzate di sandali e calzini, quelli magari li vediamo adesso grazie a tanti italiani… Mai visto un tedesco ubriaco o gruppi di tedeschi alterati, solo qualche grido di prassi durante le partite di calcio quando avevamo due nazionali da tifare, Italia e Germania, ed era bellissimo.

Disegno di un cliente tedesco per Peppino Manzi del Cluny Bar

Erano i primi a mandarci gli auguri a Pasqua e Natale, a portare un pensiero appena arrivati, perché mettevano le valige in hotel e la prima cosa che facevano era venire a salutarci come si fa fra buoni amici. Molti aprivano la stagione ad Aprile/Maggio e poi tornavano a chiuderla in Settembre/Ottobre. Che erano poi i mesi di più alta densità.

I NODI VENGONO AL PETTINE

Per chi non ha vissuto la Milano Marittima di quegli anni, oggi è difficile capire, più facile invece raccontare bugie, trovare modi per occultare la propria responsabilità davanti a scelte turistiche sbagliate che hanno rovinato non poche attività, scelte sbagliate che si continua a fare soprattutto puntando su un offerta al ribasso verso target assolutamente popolari e casinisti che possono far fare cassetto facile a pochi ma rovinare ulteriormente una località che ha perso la sua caratteristica e la sua classe, se non sui giornali di propaganda o agli occhi di chi proviene da realtà di basso livello e si entusiasma con poco a paragone di casa propria.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Una risposta

  1. Caro Conte, lei dimentica il passaggio all’euro.. con il cambio di valuta è aumentato vertiginosamente il costo delle vacanze per i tedeschi, abituati per anni al marco forte ed al cambio favorevole rispetto alla lira (ai tempi 1 marco = 750 lire circa).
    Insomma stavano da Dio e pagavano poco.. ci credo che amassero l’ Italia e Milano Marittima.
    Detto questo concordo con Lei su tutte le osservazioni che fa sull’andazzo attuale.
    Ma quali proposte fate allora? Che destinazione proponete di dare alle ex colonie, oramai fatiscenti, che non sono un bel biglietto da visita per chi entra a Milano Marittima?
    Vedo molta polemica (ripeto: giustificata e condivisa) ma poca progettualità…
    Grazie per le sue idee

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