Un post della pagina Facebook del Consiglio di Zona di Milano Marittima denuncia l’ennesimo taglio di pini gratuito per far posto ad altro cemento.
È proprio il caso di dirlo, un gioco di parole, come tanti miei titoli, per quella che è una vera tragedia: la strage dei pini che continua. Quando ho visto il post di denuncia del Consiglio di Zona sono rimasto di sasso, anche se me lo aspettavo, me lo aspettavo dal 2015, quando era morto il proprietario della villa ed ero andato a farle le foto ricordo in attesa dell’abbattimento.
Io sono nato lì, a pochi passi, in quel “luogo idilliaco che tutti i turisti sognano”, come ho letto giustamente sul Corriere di stamattina Giovedì 18 Novembre 2021. È la mia zona di origine, in quel viale Leopardi che, al momento e nonostante i nuovi caseggiati, resta ancora assieme al Viale dei Pini, altra frontiera dei palazzinari, l’unico posto dove si trova ancora l’atmosfera di com’erano tutti i viali e traverse di Milano Marittima fino a metà anni ’90.
UN LOTTO CON I PINI CHE NON POTEVA NON ESSERE PRESO D’ASSALTO
Vi faranno la classica casa nuova per gli arricchiti, villa con piscina, che fa tanto status per i parvenus, mentre la vecchia élite di Milano Marittima, nonostante grandi giardini, a queste cafonate non pensava certamente.
Era davvero di un vip la suddetta villa che è diventata simbolo della protesta, e mi dispiace dirlo, la raccolta di firme contro l’andazzo sarà inutile. Perché come diceva mia nonna, la baronessa di Cannavà, i soldi fanno andare l’acqua in su e adesso pure i pini giù…
L’EX PROPRIETARIO DELLA VILLA
Era nato a Castiglione il dottor Elio Lugaresi, morto appunto nel 2015. Un luminare a livello internazionale per la cura del sonno e tanto altro. Anni luce dal circo dei buffoni che da qualche anno qualcuno chiama i vip di Milano Marittima. Lugaresi, come il grande professor Dino Amadori e altri, era un vero vip.
Secondo l’ex assessore Michele Fiumi è l’ennesima cosa fatta di nascosto, col telo bianco per nascondere l’eliminazione dei pini buoni e l’estensione del cemento.
MILANO MARITTIMA È PIENA DI SITUAZIONI ANALOGHE SENZA VELI
Una mia amica che abita lì vicino mi ha detto che ha un pino giovane che già due volte le ha rotto le condutture, sta fresca se spera di poterlo segare. Mica deve fare appartamenti. Fra l’altro questo andazzo palazzinaro cozza con l’idea che vuole sfruttare, cioè che Milano Marittima sia un posto esclusivo ecc. Esclusività, mi pare significhi che qualcosa è per pochi e si escludono i molti.
Ma quando fai fuori le case di quelli che erano pochi, per sostituirle con moltiplicazione esponenziale di nuovi alloggi, mi pare si vada verso la proletarizzazione, la massificazione. Dietro casa mia, per esempio, c’era la villa di una famiglia e poi ci hanno fatto due condomini con 16 campanelli. Un alveare proletario altro che glamour. E questo vale per tutti o quasi i nuovi edifici di Milano Marittima da 25 anni in qua. Un concept più Bauhaus che Versailles.
Io ho passato tre quarti della mia vita in una Milano Marittima idilliaca come quella che vorrebbero i nuovi arrivati, e vorrei capire perché non fosse mio diritto continuare a godere di uno status che fra l’altro la mia famiglia aveva contribuito a mantenere ed in parte anche costruire…
Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi
Via Leopardi,via Tasso, distrutte ville e villette,capisco che una guerra atomica ha colpito Milano Marittima a metà anni ’80 : nel1985 mi sono sposato a Stella Maris, con rinfresco alla 7° traversa, che sanciva la fine di un’epoca,il giorno dopo,infatti Baldani cedeva il suo albergo e mangiammo e bevemmo dando fondo a quanto di meglio ancora nelle dispense, delle Palme. Da quel giorno è iniziata la decadenza,per fortuna ho cresciuto i miei figli bella villetta di famiglia in via Tasso attaccato alla ‘Lucetta’ che è rimasta imbrigliata come altre villette nella decadente nascita di una Milano Marittima fatta di mega costruzioni. I soldi sono stati la scelta culturale delle giunte,che nulla hanno potuto contro quello strapotere invincibile,ma deleterio. Amen