Dopo il lockdown il Conte ragiona sulla movida a Milano Marittima e si chiede se, effettivamente, qualcosa è sfuggito di mano…
La mattina di domenica 31 Maggio dopo una notte insonne perché fra le 2,30 e le 4,30 era tutto uno schiamazzare di ubriachi che tornavano dagli street bar, mi sono fatto una bella risata leggendo della pesante multa inflitta in Spagna al principe Gioacchino d’Asburgo, il cui padre appartiene alla famosa dinastia che governava mezza Europa e la madre è sorella del re dei Belgi. È pure cugino di Emanuele Filiberto di Savoia, ormai ospite fisso al Vip Master nostrano. Multato, lui e amici, perché tenevano una festa privata in casa ed erano una ventina, quando la legge impone un massimo di 15 persone. Povero pirla, si è anche scusato dappertutto come un delinquente, bastava che lui e amichetti ricchi e blasonati fossero venuti nello stesso week end a fare la movida a Milano Marittima come fanno da anni i figli del proletariato italico (anche l’anno scorso lo hanno notato parecchi giornalisti nazionali), e non succedeva nulla. Figurati le multe, le scuse, e ci mancherebbe.
MA COSA SI INTENDE PER MOVIDA A MILANO MARITTIMA?
Altre risate quando sono circolate foto e video sempre sulla movida del primo importante week end, leggendo i commenti. In primis, il bello era come ormai è prassi, che a discutere di Milano Marittima fossero persone che non sono del posto, e poi certe sparate tipo “se non vi sta bene così, state a casa”. Io non entro in merito, faccio solo notare che prima di essere località turistica, Milano Marittima è comunque una città di residenti. Sempre meno, ma ci siamo. La mia famiglia per esempio da 52 anni, e abbiamo diritto alla nostra salute. Magari non abbiamo più diritto a dormire, o a parlare di casa nostra sui social, ma penso che abbiamo diritto a non essere messi in pericolo. E che frasi tipo “se non vi sta bene state a casa” al massimo possiamo dirle noi, noi che a casa nostra già vi siamo, non gente di Forlì, di Modena, di Bologna ecc, perché ripeto, se Milano Marittima è anche una località turistica, in ogni caso è una località appunto turistica non il vostro parco giochi dove venite a fare il vostro comodo, anche se ormai da un pezzo siete praticamente sicuri della immunità e avete in testa questa nuova vision della mia città… Mi piace leggere quando scrivono io amo Milano Marittima. Bravi, amare significa rispettare, si deve rispettare chi si ama, e non è possibile amare davvero chi non si rispetta. Mi pare una verità lampante.
L’EDUCAZIONE E IL RISPETTO
Negli ultimi giorni della clausura, quando davvero Milano Marittima era un’oasi che però noi per primi non potevamo goderci, sono mancate varie persone, dalla vecchia élite come la marchesa Paola Travaglini Diotallevi, come Lello Gardini, come la storica negoziante Vilma Motta, e il mio pensiero personale non poteva non ricordare anni in cui eravamo una località assolutamente normale. In totale, armonico equilibrio ed interconnessione in tutte le sue parti, in tutte le realtà. Quello che stonava era proprio la ronda serale che imponeva la chiusura di tutte le attività fra le 23.30 e le 24.00, e fioccavano le multe, allora. Altro che chiusure alle 3,30 di mattina… Qualcuno facendo sempre finta di non voler capire dirà che erano altri tempi. No, non erano altri tempi, era una questione di semplice educazione. Che si ha o non si ha.
Il Conte Ottavio Ausiello-Mazzi
https://www.fuoriluogo.it/mappamondo/20070514093005_1/#.XxMmdR7OM0M
Il proletariato come lo chiama lei, fa rumore. I nobili invec’è pippano coca per passare le giornate grigie e vuote.
E le sembra poca la differenza? Il proletariato fa rumore e rompe i coglioni al prossimo, i nobili invece pipperanno pure ma senza disturbare. Appunto, una questione di educazione, ma chi ne è sprovvisto non può capirlo