Se un vecchio progetto fosse andato in porto, un parco divertimenti sarebbe sorto al posto della pineta.

Giorni fa mi trovavo sul terrazzone all’ultimo piano di un vecchio condominio, da una parte si vedeva il mare, dall’altra lo sguardo arrivava fino alla ruota di Mirabilandia, che pareva tanto vicina da poterla quasi toccare. Se un vecchio progetto fosse andato in porto anni fa, una simil Mirabilandia sarebbe stata proprio lì sotto a portata di mano, al posto della tanto decantata pineta. Ma andiamo con ordine.

Se avete già letto i miei precedenti articoli come Milano Marittima poteva durare solo 50 anni, Milano Marittima rinnegata, 1948 Viale dei Pini Giuseppe Palanti o Milano Marittima come Cenerentola, vi sarete resi conto che è una realtà, e non una leggenda paesana, quella del pessimo rapporto fra Cervia e Milano Marittima, che ha visto a più riprese la prima cercare di penalizzare la seconda.

LA PINETA A RISCHIO

Il fatto incontrovertibile che volessero sopprimere il toponimo e la memoria dei milanesi è una sciocchezza se paragonata alla nefasta iniziativa che fu progettata nel 1962, proprio un bel regalo di Cervia per onorare i 50 anni della nascita di Milano Marittima. Il regalino? Fare abbattere metà, ripeto metà, della pineta di Milano Marittima. La cosa fece grande scandalo.

milano marittima senza pineta
La parte di pineta interessata dal progetto

Dobbiamo pensare che la prima legge paesaggistica italiana fu proprio la legge Rava numero 411 del 16 Luglio 1905 proprio per tutelare la pineta di Ravenna! In realtà era una legge blanda, ci pensò il fascismo a legiferare con più rigore con la legge Bottai numero 1497 del 29 Giugno 1939 e poi ripresa dall’articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Orbene, da decenni a Cervia si strombazza l’amore per il verde e la pineta, con toni enfatici al limite del ridicolo anche sulla nuova rivista patinata Cervia Experience, eppure, nel 1962, si rischiò la catastrofe ambientale.

milano marittima senza pineta

A livello locale se ne fece portavoce il famoso periodico culturale romagnolo La Pie’, precisamente sul numero di Settembre-Ottobre del 1962, dove si leggeva:

“La Pineta di Milano Marittima è insidia da un progetto che se realizzato, le recherebbe un irreparabile rovina. Questo progetto, che è della Maggioranza Consiliare di Cervia prevede di creare fra il canale immissario delle saline e la Sesta Traversa, su di un area di 150.000 metri quadrati, un parco divertimenti. Tra le proteste giunte da ogni parte, e le invocazioni al rispetto della legge che tutela codesto monumento arboreo, segnaliamo quella contenuta nel fascicolo di Ottobre del mensile Le Vie d’Italia. Auguriamo che il richiamo sia raccolto, e giovi ad impedire lo scempio. Milano Marittima deve la sua fama e Cervia il benessere alla Pineta, se lo ricordino gli amministratori iconoclasti”.

milano marittima senza pineta

Ecco la prova, l’ennesima, che Cervia non ha mai amato non solo Milano Marittima ma neanche la pineta, e lo aveva capito anche Palanti, che subito nel 1912 già scriveva sulla sua idea di Milano Marittima “Un merito grandissimo della nostra Società è stato prima di tutto quello di conservare il pineto di Cervia, la quale (Cervia) lo avrebbe distrutto per creare mezzi di sussistenza”… Più chiari e profetici di così non si poteva!

Poi nel 1965 un parco divertimento nascerà a Rimini con Fiabilandia e su un terreno di 150.000 metri quadrati, ma ciò dimostra come già allora Milano Marittima era pronta ad essere sacrificata nella sua natura più intima e caratteristica per meri interessi speculativi, interessi speculativi avulsi dalla vision di Palanti e fermamente condannati da Papa San Giovanni Paolo II nel suo discorso durante la visita a Cervia, ma purtroppo riaffacciatisi a pieno ritmo con una cementificazione di Milano Marittima che, seppur rallentata, procede a pieno regime e proprio a scapito del verde, sia pubblico che privato.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

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