“Vetrine vuote nel cuore di Milano Marittima, la situazione è molto preoccupante (…) a risentirne è la località che non può contare sulla passeggiata glamour che, nei due viali centrali, conta numerose vetrine spente (…) viale Matteotti regge un po’ di più, anche a seguito della recente riqualificazione, ma su viale Gramsci e zone limitrofe la situazione è, a colpo d’occhio, significativa” abbiamo letto aprendo il Carlino giovedì 7 Febbraio 2019. Ma come sono arrivati a questa situazione? Cos’è successo? Ovviamente su questo si tace. Nessuno si prende la responsabilità di almeno 20 anni di scelte una più sbagliata dell’altra, e la peggiore è quella che continua a tener banco: Milano Marittima è la regina della Riviera romagnola, com’è stato propagandato per l’ennesima volta dopo le feste di Natale (Carlino 15/1/19). In sostanza il problema è poi tutto qui: fra la Milano Marittima REALE, e la Milano Marittima PROPAGANDATA sulla stampa ed i social. Fintanto che il “partito” del negazionismo ad oltranza della decadenza e dei problemi avrà in mano i media, il futuro della nostra località sarà sempre più buio perché se si nega un problema, il problema non si risolverà mai. Bisognerebbe fare un esame di coscienza, e soprattutto tanti ma davvero tanti mea culpa, ma certa gente non lo farà mai…
Eppure, quanti avevano cercato di dare l’allarme, purtroppo inascoltati, magari derisi, anche offesi (a partire da chi scrive). Il primo illustre detrattore fu Luca Goldoni “Milano Marittima sei una nobile decaduta” scriveva sul Carlino del 9/9/2008 ovvero 11 anni fa! Un altro titolo pesante comparve sulla Voce del 25/8/2009 “Requiem per Milano Marittima non sei più la perla dell’Adriatico”. Più recentemente sul Corriere del 11/1/2014 leggevamo “Milano Marittima quasi indecente” per passare ad un noto negoziante con un intervista sul Corriere del 16/6/2015 “Ormai Milano Marittima vive un periodo penoso, è sotto gli occhi di tutti”… Evidentemente, viviamo in un paese di ciechi. E pure di sordi. Perché i nostri turisti storici, quelli che hanno sempre amato follemente Milano Marittima, e hanno contribuito a farne la fama e ricchezza, ad un certo punto hanno iniziato a scappare, e ce lo dicevano, perché a malincuore non sarebbero più venuti, ma praticamente nessuno li ha ascoltati. L’unica risposta, una becera arroganza istituzionale sul nuovo corso del turismo a Milano Marittima “Noi cervesi non prendiamo lezioni da nessuno, anzi le diamo” (Corriere 28/10/2011). Leggendo l’articolo odierno, trasuda tutta la vision sbagliata che ci ha rovinato, eppure non se ne rendono ancora conto!
La situazione, infatti, è molto preoccupante, perché ci sono vetrine vuote/spente solo nel cosiddetto “centro”? Perché non è preoccupante che già da parecchio il fenomeno sia diffuso anche in altre parti di Milano Marittima? O Milano Marittima è solo il centro ed il resto è merda? Pardon periferia? Gli esercizi commerciali non hanno pari dignità? Perché le associazioni di categoria e la politica si muovono solo per il centro? La località per caso dipende dalle vetrine del solo centro o da tutto il sistema commerciale diffuso? È inutile, cari lettori, la mentalità contadina che vede nella piazza il cuore della vita paesana (e tutto il resto non conta) continua a dominare la vision di certa gente che purtroppo da qualche tempo condiziona Milano Marittima. Il risultato è stata la progressiva desertificazione commerciale delle Traverse ecc ma siccome prima o poi il deserto avanza, come avanza il cancro allorché non lo si stronca, ecco che adesso è il turno del centro! E dire che viale Gramsci, quello prima dell’orrendo restyling, era un gioiello, un vero giardino. Adesso è un abbandono, nonostante ancora recentemente si cercasse di tamponare la decadenza con spot tipo “il salotto più elegante della Riviera romagnola” (Voce 22/6/2013) o l’allora assessore Coffari lo definisse per ragioni a me ignote addirittura “un area ad alto valore istituzionale” (Carlino 12/7/2012) manco fosse l’Altare della Patria, o gli scavi di Pompei… anche se da com’è ridotto viale Milano pare davvero di essere fra gli scavi di Pompei o in un luogo bombardato o terremotato dimenticato dagli uomini… Che il tratto di Matteotti appena rimesso a nuovo regga per questo motivo è una boiata pazzesca, non è un nuovo arredo urbano a incrementare i fatturati dei negozi: ma si possono scrivere tali puerilità? Il manifesto del negazionismo ad oltranza fu l’articolo del Corriere in data 4/10/2016 dove leggevamo “Il tempio dello shopping oltre la crisi, nessuna fuga da Milano Marittima, i commercianti serrano i ranghi e non sono annunciate altre cessazioni di attività, né Brera né Cucinelli, solo un ricambio generazionale, chiude chi non si mette al passo coi tempi, una località che non muore, lo stesso Space è un negozio storico, le due vetrine del viale Matteotti continueranno ad essere molto frequentate secondo gli esperti di mercato”. Tutte panzane.
Negli anni del boom a Milano Marittima avevamo ancora i marciapiedi di sabbia eppure avevamo un turismo di lusso, se non lo sapete informativi! Adesso il “mondanissimo viale Gramsci” (Voce 22/6/13) è un triste corridoio e basta… E per fortuna che resistono due gioiellerie a tenere un po’ alto il tono di un luogo dove d’estate trovi giocolieri, mangia fuoco e cartomanti come alle fiere paesane ottocentesche. Infine, quanto al problema degli affitti che andrebbero abbassati, è un altro falso problema. Da una parte siamo d’accordo che sono cifre assurde, una volta avere un negozio in viale Gramsci o averlo alla Diciottesima Traversa pari era. Se non lo sapete ve lo dico io. Il fatto è che quando purtroppo non si lavora, non si guadagna, tutto è caro, anche un affitto più basso o “normale”. Il vero problema è che nessuno fa e farà nulla per riportare a Milano Marittima la clientela di qualità che potrebbe riportarla in auge. Fintanto che certa gente continua a svendersi fra booking, pacchetti e pacchettini, moltiplicazione di bad e breakfast o family hotel, Milano Marittima non tornerà mai in auge, perché questo target non può dare lavoro alle boutiques, ai ristoranti, ai bar, quindi possiamo fare strade d’oro e aprire attività di assoluto prestigio ed eccellenza ma non servirà a nulla, è come avere in garage 10 Ferrari ma poi non c’è la benzina per farle girare! Finora bene o male il baraccone ha tenuto, infatti si riesce ogni anno a trovare qualche povero illuso, qualche ingenuo, che pensa di venire a far soldi come se Milano Marittima aspettasse solo lui… Se nel centralissimo Gramsci sono sparite boutiques come la Rossana, la Pantani, la mia Tartana e ora abbiamo Yamamay, Champions, Falconeri, e altri negozi da Ipermercato qualche domanda bisognava farsela già anni fa… e lasciando perdere quando proprio la Perla si propose come piadineria a strisce bianche e rosse come gli altri chioschi (2012/2013)…. Per anni il partito dei negazionisti ad oltranza ci ha ripetuto che avere vetrina a Milano Marittima era un prestigio ambito anche dai grandi brand, che anche se non fatturavano avevano i mezzi per pagare qualsiasi affitto, e ora vediamo che era una boiata, perché alcuni manco sono venuti pur annunciati (Armani, Baldinini, ecc) altri sono scappati (Cucinelli, Diesel).
Il Conte
Mi permetto una domanda, cosa ne è stato della famiglia Baldani ( hotel Le Palme, panificio, profumeria) ? Da ragazzo (anni 70/80 ) ero un cliente dell’hotel ed un amico dei figli.
grazie
Buongiorno Giovanni, sappiamo che hanno venduto tutto. Saluti