Non si capisce che cosa debba ancora accadere a Milano Marittima affinché la gente che conta riveda la situazione della località.
Mi è capitato per caso su YouTube un video (guardalo qui) del grande Secondo Casadei, padre della gentilissima e dolcissima signora Riccarda, con due vecchie canzoni dei primi ’60, Milano Marittima e Abbandono.
Della prima ho fatto cenno tante volte “sotto i pini a Milano Marittima” dice il refrain, quei pini che oggi quasi non ci sono più, anzi, vengono visti come un pericolo o comunque un fastidio, e purtroppo non c’è più neanche quel dolcissimo abbandono dei giorni di settembre/ottobre in una Milano Marittima che se con la neve era una magia, col foliage (sparito pure quello) era un incanto, una favola. Milano marittima era bella, abitata, viva, pulita e curata come un vero giardino, non c’era bisogno di aspettare il Maggio in Fiore, tutto era in fiore, tutto era verde. Adesso l’abbandono, l’abbandono dei veri residenti, l’abbandono dei negozi , l’abbandono della pulizia e della manutenzione cittadina.
Per chi è più materiale, perché vede in Milano Marittima solo un brand o solo un’occasione speculativa, il peggio è che si è perso turismo, perché già a fine Agosto primi di Settembre, Milano marittima si è svuotata dall’oggi al domani. La stagione durava fino metà ottobre e anche fino ai Morti (e ve l’ho scritto e dimostrato tante volte con cartoline e dépliant). Una stagione turistica che durava oltre 6 mesi patendo da aprile, poi si è voluto cambiare il target di turisti e questi sono i risultati.
Che la finiscano di trovare scuse o di chiedersi perché adesso siamo ridotti a due mesi e mezzo. Hanno puntato sulla ragazzaglia dei weekend e sul turismo proletario delle famiglie dei pacchetti e delle offerte, e quelli non possono arrivare prima della chiusura canonica di scuole, uffici e fabbriche, e del pari non possono restare oltre la riapertura delle stesse. Hai voglia te di parlare di destagionalizzare e di eventi, anche perché poi si sono accorti che, in definitiva, neanche gli eventi aiutano poi granché.
Ed ecco che leggiamo articoli disperati tutto l’anno, sia per il periodo delle feste invernali “Alberghi aperti pochi, meno del 10% delle strutture per le festività natalizie” (Carlino 31.12.2023) o per il periodo estivo “Mai come quest’anno la chiusura di alberghi sarà anticipata, molti hotel chiuderanno il 9 settembre” (Corriere 6.9.2024). Alla faccia delle solite belle parole che “non bisogna disperdere anni di tentativi di destagionalizzazione” (Corriere 30.12.2022).
Una mattina, che ero in visita nella villa delle migliori amiche romagnole del Principe Sebastian Egon zu Fürstenberg (cugino di Alberto di Monaco e nipote di Gianni Agnelli) e nella piscina dove si era rilassato ai tempi, fra gli altri, anche Rudolf Nurejev, mi guardavo attorno mentre parlavamo e mi chiedevo se fossimo ancora davvero a Milano Marittima o in un altro mondo, oltre che in un altra epoca. Se questa enormità che ha caratterizzato questa estate 2024 potesse finalmente essere la molla della svolta, del ripensamento, anzi del pentimento, del volerla finalmente capire. Purtroppo non mi pare, il copione resta invariato.
In estate scoppiano le rogne, ma non c’è tempo per risolverle, ci penseremo a bocce ferme dopo la stagione, ma poi via tutti in ferie e quando si torna il pensiero va invece a come organizzare le feste natalizie, poi, dopo l’ennesimo flop degli eventi natalizi, non c’è tempo per riflettere, la Pasqua e l’estate sono alle porte, pensiamo a quelle! Un circolo vizioso, anzi viziato, e siccome tanto la gente a Milano Marittima verrà sempre chi se ne frega se Milano Marittima è lasciata in… abbandono.
Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi