Ogni cosa ha un suo nome ed ogni problema può essere risolto solo se si vede per quello che è.
Secondo il vocabolario della lingua italiana, si definisce episodio un evento a sé. Quando lo stesso evento si ripete si definisce abitudine. Sarebbe ora di usare le parole giuste. Ma è un diffuso vizio italiano cambiare nome alle cose sperando di modificarne la sostanza. E la sostanza è un vero cancro che sta mandando sempre più in cancrena l’intero corpo cittadino.
Un’estate 2024 che vede affiancarsi ai fatti di mala movida innumerevoli fatti di assoluta maleducazione, prepotenza e strafottenza da parte di troppi turisti, compresi insospettabili anziani o padri e madri di famiglia, in primis a danno di residenti ed esercenti di Milano Marittima, arrivati quest’anno a fine agosto stremati.
Sul turismo che frequenta Milano Marittima, già nel 2017 fior di articoli della stampa si erano espressi in termini molto lontani da quelli glamour, fashion e vip che la propaganda locale ci propina a mitraglia in modo quasi isterico.
Quanto al comunicato stampa del 19 Agosto 2024, credo che ogni riga, ogni parola possano essere oggetto di riflessione non solo semantica:
“Il nostro impegno per una Milano Marittima migliore”. Mi dispiace farvi notare che già dagli esordi la mia Milano Marittima era la migliore, ci invidiavamo tutti, Riccione in testa. Quanto all’impegno credo che ci si sia impegnati a renderla sempre peggiore, ma non da qualche anno, da sempre! Da quella famosa lotta ai milanesi fondatori prima, agli imprenditori ed ai residenti poi e attivissima ancora in pieni anni ’80 d’oro. Ricordo bene la fiscalità della ronda serale che imponeva, multe alla mano pronte, la chiusura delle attività alle 23.30. E lascio stare tantissimo altro. Per finire con il massacro del verde e la cementificazione militante degli ultimi anni a stravolgere la località non meno della mala movida.
Fa strano che l’Amministrazione condanni “alcuni (?) recenti (?) episodi (?)” di degrado a Milano Marittima, perché la cronaca e la memoria (finti tonti di comodo esclusi, ovviamente) ci dicono che non sono una novità, appunto, sono solo aggiornamenti di un programma ormai consolidato. Che non rappresentino in modo alcuno lo spirito e l’identità della “nostra amata località” lasciatelo dire a chi della località lo è per davvero e le ha sempre dimostrato vero amore col suo comportamento sia da cittadino residente (residente vero) sia da esercente a vario titolo.
Milano marittima, quale destinazione conosciuta per la sua eleganza e fascino, è ormai un bel ricordo, come confermato da tanti articoli della stampa nazionale della più varia connotazione politica. Nel 2017 ci furono parole pesantissime su alcuni quotidiani, fui l’unico a difendere l’indifendibile per amor di patria, e non mi pare che nessun sindaco, nessun assessore, nessun responsabile di categoria abbia fatto altrettanto, anzi, zitti e muti, tutti dovevamo stare zitti e muti davanti alla realtà, e si era iniziato col nuovo millennio, zitti, non dite, non commentate, non postate, non scrivete.
Milano marittima era elegante perché frequentata da gente elegante che dava il tono generale, addirittura il personale di servizio si cambiava due o tre volte al giorno la divisa, oggi fra i nostri turisti domina l’ignoranza non solo dell’eleganza, ma addirittura del semplice decoro. Che la Amministrazione sia fermamente impegnata a “preservare e valorizzare questi valori” (eleganza e fascino ndr) lo doveva dire e soprattutto fare anni fa, non adesso che, come si dice, inutile chiudere il recinto quando i buoi sono scappati.
Riguardo le “misure straordinarie” di controllo e sicurezza, credo che sarebbe bastevole una volta per tutte applicare nella realtà le precedenti ordinanze già messe sulla carta, ma evidentemente restate (spesso) solo lì. L’accanimento con cui si trovavano appigli, anni fa addirittura per situazioni impensabili (ci hanno tolto pure la piccola processione della Madonna Stella Maris, evidentemente turbativa), sembra magicamente un ricordo da che esiste la movida e tutto il resto. Pugno di ferro quando c’era il ricco turismo di élite e il rispettoso turismo teutonico, quando al massimo scappava una partita di ping pong e non la raffica delle coltellate e gli schiamazzi tutta notte.
L’invito a tutti i cittadini e visitatori a collaborare “attivamente per mantenere alta la qualità della vita a Milano Marittima” è più che giusto, ma con due punti non discutibili. Primo, noi vecchi residenti di Milano Marittima ci siamo sempre più che spesi in questo senso, purtroppo non imitati dai nuovi. Secondo, la qualità della vita per noi si è abbassata in modo tragico, altro che alta, e queste considerazioni vanno lasciate a chi la località la vive davvero, la vive da generazioni, la vive 365 giorni all’anno, bisogna parlare per conoscenza, non per slogan o per opinioni. La qualità della vita a Milano Marittima c’era quando eravate tanti a disprezzare la località dei mesi invernali, quando dicevate che non c’era niente e nessuno, e adesso che davvero non c’è più niente e nessuno, dite che si sta bene invece di dire che state al massimo meno peggio dei vostri luoghi di origine, italiani o stranieri che siano, e soprattutto meno peggio delle vostre città che non avete saputo mantenere floride e sicure e venite qua a fare spesso i padroni.
In fine, quanto al voler preservare bellezza ed integrità della nostra località (nostra di chi?), dico solo di andare a vedere le innumerevoli foto e video di Milano marittima fino a metà degli anni ’90, e allora forse capirete cos’era davvero la bellezza della Milano Marittima ancora integra, sia nella flora sia nella fauna.
Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi
ho 72 anni ho cominciato a frequentarla che ne avevo 15, mi sempre piaciuta ritengo sia la perla della Romagna, in tutti questi anni ho notato il degrado dei marciapiedi sia su V.le 2 Giugno che sulle traverse che portano al centro, i piastrelloni in cemento sono sconnessi alcuni alti alcuni più bassi e sono pericolosi in primo la difficoltà delle persone invalide che si muovono su carrozzelle a volte si bloccano. ma anche ai pedoni, infatti proprio davanti all’Hotel dove da qualche anno soggiorno in Viale 2 Giugno per ben 2 volte per persone camminando normalmente hanno inciampando tra una piastra ed un’altra, ed ha dovuto intervenire l’ambulanza capisco che la colpa non è dell’amministrazione ma le radici dei pini marittimi che con gli anni aumentano di dimensioni, sarebbe il caso secondo me (non son del mestiere) inserire sopra i piastrelloni una rete termosaldata ed in seguito una gettata di cemento. Vi invito di provvedere per la prossima stagione estiva di voler provvedere a questo inconveniente alfine di evitare persone di passare una giornata di vacanza in ospedale. Mi scuso se mi sono dilungato, augurandoVi un Buon autunno ed inverno, arrrivedereci alla prossima estate. Cordialità. Stefano Mazzucchelli.