Chi oggi ha la pretesa di vendere o parlare di Milano Marittima sarebbe il caso che conoscesse davvero la località e la sua storia.
Vendere patate fritte non è come vendere gioielli, si tratta sempre di vendere qualcosa, certo, ma il marketing che si applica è molto diverso. Diverso è l’approccio e anche la preparazione dei rappresentanti di commercio. Ma a sentire chi oggi “vende” Milano Marittima, cioè quei rappresentanti dei pacchetti ed offerte dal vario nome ma identica sostanza, arriva a vendere una località dozzinale e non più quella unica della quale tuttavia sfruttano il nome/brand.
VENDERE QUALCOSA SENZA CONOSCERLA
Offrono una località standard come tante altre e la clientela che viene attirata non manca, certo, ma che clientela è? Queste “offerte per riempire, vada come vada”, fanno molto più catalogo offerte Postalmarket che località d’élite. Io credo che per vendere qualcosa si debba conoscere questa cosa, quindi per vendere Milano Marittima bisognerebbe averne contezza al di là del bel nome di richiamo che fa leva su anni ruggenti e blasonati sempre più lontani nel tempo, e purtroppo pure nel resto. Vendere un nome, un blasone di una nobiltà decaduta con le pezze al culo con ridicole sparate di propaganda ricorda le patetiche vanterie di Ugo Tognazzi quando faceva il conte Mascetti.
Ultimamente molti operatori hanno notato, con sempre crescente disappunto, come questi rappresentanti che vogliono vendere Milano Marittima con pacchetti e pacchettini tipo offerta speciale al supermercato, vendono Milano Marittima e Cervia come un tutt’uno, così come tanta gente ha capito che negli ultimi anni si promuove sempre più e sempre meglio Cervia, e a Milano Marittima si lascia che operi ancora la magica nomea che è solo fumo negli occhi.
Sentirsi rispondere, come ho sentito io davanti ad una notissima albergatrice, che è sottinteso che “pubblicizzando Cervia si pubblicizza anche Milano Marittima”, fa capire purtroppo quanto questa gente, per carità bravissima nel mestiere in generale, sia totalmente ignorante a livello tanto storico quanto turistico, perché Milano Marittima e Cervia non sono mai state equiparabili o associabili in assolutamente nulla. Purtroppo oggi manca una adeguata sensibilità anche da parte di certi operatori che non sono più quelli che hanno saputo far grande questa locaità, oggi si pensa solo a “riempire più buchi possibile”, il come non conta, e vediamo cos’è successo.
MILANO MARITTIMA È LA NUOVA TORINO
Anni fa in un articolo (che potete leggere qui) paragonai Milano Marittima a Torino. La storia industriale nasce fuori dalle vecchie città, la gente usciva dalla città e andava a lavorare nelle fabbriche in periferia. Torino no, la famosa gran fabbrica che tutto muove è in città e la gente arriva a lavorare dalle periferie dormitorio. Da noi è così ormai. La gente che viene a lavorare Milano Marittima non è più del posto, specialmente da quando non ci sono più residenti e soprattutto albergatori che abitano in hotel. Vengono addirittura dall’estero per aprire negozi, bagni, hotel e ristoranti. Questa gente quale interesse o preoccupazione (non dico amore) può quindi avere per una località che è un mero posto di lavoro e basta? Dove non hanno radici, non hanno affetti, non hanno ricordi? Che importa se non ci sono più i residenti? Che importa se non c’è più il verde? Che importa se non c’è più un negozio normale? Se non c’è più vita sociale? L’unico problema è fare cassa alla meno peggio e basta.
Ormai siamo diventati una fabbrica per fare soldi e basta, una fabbrica dove, come in tutte le fabbriche, tutto è concentrato sulla produzione e il resto è spersonalizzato. Allora sì che potete vendere Milano Marittima come vendete Cervia, ma potete vendere Milano Marittima come Bellaria o Gatteo a questo punto.
Questa Milano Marittima non ha nulla del progetto del nostro fondatore Palanti, ma ha tutto della città giardino che voleva nella stessa epoca il senatore forlivese Alessandro Schiavi, favorevole alle città giardino popolari e a buon mercato.
Il Conte Ausiello Mazzi
D’altronde basta vedere la “carnevalata” messa in piedi per questo Natale. E’ molto più raffinata la rappresentazione a Cervia. A Milano Marittima hanno messo quelle luminarie che ricordano la fiera di Santa Candida a Ventotene (che si fa a settembre)
Purtroppo è lo stesso marketing che affligge Roma che vuole vendere il passato, ma non cura il presente ed i suoi abitanti. E se fosse addirittura un male di tutt’Italia sempre più terra di svendita e conquista di aziende straniere? Un Made in Italy che non c’è più con MilanoMarittima vera cartina di tornasole dell’intero Belpaese che non c’è più!