Fino a quando esisteranno gli ultras di MiMa e la propaganda patinata venderà fumo non potremo invertire la rotta intrapresa da 20 anni.

Gli ultras di MiMa non sono certo discendenti dei fondatori milanesi. Non sono neanche, come chi scrive, membri di famiglie residenti a Milano Marittima tutto l’anno da oltre mezzo secolo e magari con attività più o meno storiche e di prestigio com’era per la mia famiglia, legata alla storia turistica della città di Palanti dagli anni ‘50.

Gli ultras di MiMa

CHI SONO O CHI CREDONO DI ESSERE GLI ULTRAS DI MIMA?

Ovvero quelli che ben che vada hanno qui la casetta del weekend da pochi anni o addirittura vengono a farci un giro saltuariamente, ma naturalmente qui sono di casa, sanno tutto loro, guai a contraddirli, anzi, sono loro che ti danno la patente se puoi o soprattutto non puoi parlare o scrivere di Milano Marittima in certi termini.

Ovviamente il loro termine preferito è MiMA. Se ne riempiono la bocca quanto più spesso possibile per avvalorare davanti al uditorio che loro appartengono al clan degli habitué o simili. Fossero solo dei poveri montati e saccenti sarebbe il minimo, sono anche decisamente arroganti e strafottenti, credono di poter dire e fare tutto, sicuri della totale impunità, perché a Milano marittima si è penalizzato per decenni solo gli imprenditori di alto livello ed il turismo dello stesso tipo, mentre guai a dare regole di civile convivenza al turismo attuale che fa pena ma che assolutamente vogliono tenersi stretto. Forse perché è innanzitutto poco impegnativo da gestire a livello professionale, mentre quello di alto livello necessitava di imprenditori preparati che, a Milano Marittima, sono scemati sempre più senza trovare eredi e ricambio generazionale. Ovviamente si maschera la situazione, perché fare autocritica costa, ed orgoglio e soldi non aiutano a guardarsi dagli errori di troppi anni.

Quindi, da una parte i nuovi arrivati che devono incensare la località perché finalmente ci sono approdati loro e non possono dire che è diventata sempre più proletaria, come scrivono i giornali nazionali da tempo, e dall’altra parte certi imprenditori che comunque continuano a mettere soldi nel cassetto e certa politica che chiude gli occhi e non apre le orecchie alle critiche, convinta di essere sempre nel giusto, neanche fosse Dio in terra e denunciando ogni perplessità come becero attacco per rompere le scatole.

Continue sparate di propaganda su riviste di regime e giornali fiancheggiatori su una fantomatica Milano Marittima bella ed elegante che sa conquistare e attrarre, anzi, che sa anche far tornare il turismo straniero tradizionale, è pietoso più che ridicolo. Basta girare per le strade e la spiaggia e si vede la differenza. Per fortuna di certa gente non si vede invece la differenza non solo fra la Milano marittima reale e quella di propaganda auto referenziale, ma la differenza astrale fra la Milano marittima di oggi e quella che fu fino almeno metà anni ‘90 in termini di verde, di pulizia, di vera eleganza, di vera offerta turistica, di professionalità e qualità in ogni situazione.

Pensare o credere che Milano Marittima di oggi sia identica alla passata perché quattro pirla vanno a spararsi la posa nel determinato bar o nel determinato bagno in spiaggia è assurdo. Magari sono gli stessi che su tutto il resto, perché gli fa comodo, vogliono essere pari pari come i veri signori della Milano Marittima di tanti anni fa, che strano. Ogni anno sento sempre più persone che lavorano nei vari settori che lamentano un degrado nel rapporto con la gente che alligna a Milano Marittima, tornano di continuo due parole, maleducazione ed arroganza alias prepotenza che si esplicita spesso anche in gesti come fregarsene della segnaletica sui viali, non raccogliere gli escrementi dei cani, lasciare sporchi parchi, giardini, marciapiedi e panchine.

Tanto a Milano Marittima tutto è concesso, basta dire “io amo MiMa” e sei il benvenuto. Basti dire che il 15 Luglio alle ore 19, in piena rotonda Primo Maggio, sotto le frasche dei banani del giardino di Aalen, c’era un uomo che urinava senza vergogna, e il giorno dopo nello stesso punto, ore 17, c’era un altro uomo a irrorare pure lui…

Il 31 Agosto 2014 sul Corriere Romagna un’assessora diceva che bisognava ripescare la vera Milano Marittima oscurata per troppo tempo da una superficiale immagine di vetrina. Dopo 8 anni possiamo dire che invece si è fatto di tutto proprio per favorire la bella cartolina di propaganda senza operare in nulla nella sostanza, nel necessario, e ovviamente non mancano appunto gli ultras di Milano Marittima che quando hanno le loro 4 vetrine pseudo fashion, il loro baretto pseudo vip adooooorano MiMa lo stesso perché Milano Marittima per loro è tutta li. Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

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