Il Conte ha fatto il punto sulla situazione dopo le numerose segnalazioni inviateci dai nostri lettori sull’abbandono di rifiuti a Milano Marittima.

Ti compri una splendida villa storica a Milano Marittima pagandola alcuni milioni di euro, spendi qualcosina anche per rimetterla a posto a partire dalla riverniciatura del muro di recinzione, e poi te lo ritrovi imbrattato di merda

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Ricordini nel muro

Quando non te la buttano proprio dentro al giardino o vengono a fare pipì nel tuo vialetto in pieno giorno mentre sei a parlare con i tuoi familiari. Tutto così fashion con i nostri turisti degli ultimi anni, quelli che sarebbero sempre più esigenti.

Basta entrare a Milano Marittima dalle arterie come Viale Matteotti, ormai ridotto non più ad un viale alberato ma ad un viale monnezzato con una lunga fila di cassonetti, o come Via Jelena Gora, dove si abbandonano sempre più spesso i rifiuti, addirittura sacchettoni interi, oltre agli ultimi ricordini prima di salire in auto e tornare a casa…

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Rifiuti abbandonati in Via Jelenia Gora

Tutte storie vecchie che fanno parte del nuovo turismo di Milano marittima e del nuovo corso gestionale pubblico. Per esempio sono moltissime le panchine sporche che restano tali per giorni e giorni, vere soste dove si fa bivacco e si lascia tutto lì anche se ad un metro è disponibile un cestino o addirittura un cassonetto.

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Panchina in Viale Viale Matteotti

Troppa fatica allungare una mano. All’Anello del Pino, sotto le panche di legno, ci trovi file di bottiglie di birra vuote e non è bello da vedere perché sono spesso accanto ai giochi per i bimbi.

Già sul Corriere 18 Luglio 2015, cioè 7 anni fa, quando non avevamo ancora visto le montagne di pattume dovute alla nuova raccolta differenziata, la Confesercenti “riapriva” il dialogo col Comune denunciando che “i cassonetti rimangono pieni troppi giorni”. Già un mese prima era partita la denuncia a Cervia per il quartiere Di Vittorio, poi diventato Zona Amati e pure Milano Marittima, con articolo di proteste pubblicato sul Corriere del 4 Giugno 2015.

Il Viale Gramsci, veramente brutto da vedere ma non è certo colpa dei negozianti che sono costretti, specie nella parte pedonale, quella che gli ossessionati continuano a definire cuore dello shopping e salotto elegante (cfr Cervia Experience 2022).

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Spazzatura in Viale Gramsci

Ci trovi ciclicamente roba lasciata sulla strada oppure nei debiti bidoncini, dove sarebbe più consono avere fioriere e dove un tempo c’erano i tavolini di locali eleganti come Cluny e La Perla, ovviamente accessoriati di eleganti clienti.

Poi vi incazzate quando parlo di Milano Marittima, che è un altro mondo rispetto a quella di prima e che sarei pure classista. Apro una parentesi a chi fa finta di non capire. Si, sono ferocemente classista, divido il mondo in gente educata e gente che non lo è e, purtroppo, negli ultimi 20 anni a Milano Marittima viene troppa gente maleducata o addirittura ineducata, e lasciamo stare i cafoni…

Strano che la Papessa del glamour, che per anni ha scritto fiumi di elogi su questo fazzoletto di terra, oggi non dica bao e che non lanci grida da prefica da funerale del decoro di Milano Marittima salotto…

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Eppure sul Corriere del 22 Luglio 2015 si era allarmata “troppa puzza dei cassonetti, clienti in fuga dai ristoranti, a poca distanza dal centro di Milano Marittima il glamour non è di casa, Coffari (il sindaco di allora) deve intervenire prima che topi e tafani invadano la città”.

Quando gli fa comodo sono tutti di Milano Marittima, sono tutti professori ed esperti di Milano Marittima e tutti amano Milano Marittima, però poi quando devono pulire la roba dei loro cani la lasciano sui marciapiedi, lasciano la spazzatura dove capita e tutto il resto, dalle salviette lerce ai Tampax usati per le traverse. Ma mi raccomando, anche queste cose non bisogna dirle, altrimenti questa bella gente poi smette di venire a Milano Marittima e come facciamo?

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

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