Continua la cementificazione di Milano Marittima con un nuovo progetto che andrà ad inglobare la storica struttura del Centro Climatico Marino.
Se per fare 10 metri di ponte sul Canalino di Milano Marittima, per collegare le due tratte di lungomare, si inizia nel 2022 e si finirà nel 2023, per tirar su cubature si va spediti lavorando anche la notte (e non è una battuta).
È cosa fatta, pare proprio, per un altro simbolo abbandonato di Milano Marittima e un luogo di carissimi ricordi per chi scrive che ci andava a giocare in estate e ci ha fatto nel 1981 la seconda elementare.
In quella mezza luna, chiamata dal ’40 al ’46 Viale Armando Diaz, oggi Viale Romagna, lato mare non bastavano già un albergone fatto anni fa e accanto un altro in erezione, due veri mastodonti di cemento, bisognava dare il via libera anche ad un altro progetto, perché a Milano Marittima ormai abbiamo più appartamenti che pini.
Che qualcosa si stesse muovendo si era capito già la scorsa estate 2021, col cortile trasformato in una segheria piena di tronchi di pini tagliati. E ultimamente quando tagliano i pini non è per sicurezza o malattie, ma preludio al cemento. Pare che per i lavori del nuovo palazzone di pini ne faranno fuori altri 83…
Un cubo con tanti parcheggi interrati che avvolgerà la vecchissima struttura a colonnato della colonia che fu prima dei musicisti di Milano e poi Centro Climatico Marino dei frati Camilliani.
Se dire Stella Maris è dire padre Geremia Ronconi, dire Centro Climatico Marino è dire padre Amos Aldeghi, morto nel marzo 2021.
Quando è morto tutta la stampa lombarda da Lecco a Bergamo ha ricordato Milano Marittima con fior di articoli, ma siccome non si tratta di pupazzi della TV e baracconi vari, qua a Cervia nessuno lo ha ricordato tranne il nostro blog.
E dire che all’alba degli anni Duemila un baraccone TV spacciato per grande successo fu ospitato proprio nella struttura con le fans dei calciatori, poi in parte riciclati alla bisogna dalla De Filippi tanto erano bravi a giocare a pallone, ferme ore davanti al cancello passando il tempo a mangiare piadina comprata al chiosco difronte e a imbrattare con dichiarazioni d’amore e boiate varie i muri esterni.
Se nel lotto difronte le villine hanno sostituito in modo non del tutto invasivo l’ex area verde per camper e i campi da tennis, qui il ghiotto boccone dovrebbe sfruttare al massimo la possibilità di edificare finalmente concessa dopo anni ed anni dove si è detto e sentito di tutto. Ma tanto il finale da qualche anno resta sempre lo stesso, tirar su muri dove prima cadevano le pigne.
Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi
Che poca lungimiranza e che poco rispetto e amore per un luogo delizioso e in perfetto equilibrio con la Pineta dentro la quale negli anni era stata edificata…..Quel luogo abbandonato ma che ancora evocava lo splendore che era stato, era assolutamente da preservare!
Che ORRORE!