Mi.Ma. o non Mi.Ma.? Questo è il dilemma. Il Conte fa luce sulla recente abbreviazione che fa rabbrividire chi a Milano Marittima ci è nato.

Dico subito che l’acronimo Mi.Ma. mi irrita, molto, e vorrei sapere da chi è partito, purtroppo. Un acronimo inutile, soprattutto inutilizzato finora, e parlo dal 1912 (anno della sua fondazione) a pochi anni fa, tanto dai residenti di Milano Marittima quanto dagli operatori del turismo, dai turisti storici e da quelle famiglie storiche che pur indulgevano nei soprannomi e nei diminutivi, riflesso di abitudini prese da bambini allorché ci si frequentava già.Mi.Ma.

Mi.Ma è più un vezzeggiativo nella sostanza, perché chi lo usa, e più spesso ne abusa, lo fa solo per un motivo, accreditarsi come un membro di quella presunta società vip, glamour, fashion e boiate varie, che negli ultimi anni si vorrebbe allignasse nella città giardino. Come quando vezzeggi un personaggio importante per far capire che sei un suo intimo amico che tu puoi. Così quel Mi.Ma. vuol dire io sono un habitué, sono a casa mia, faccio parte dei privilegiati.

È il normale riflesso di una vision di Milano Marittima totalmente deformata e che deforma anche il linguaggio. Lo specchio di una mentalità debole e di un’insicurezza personale che si cerca di ancorare a certi feticci di facile conseguimento. Capitani di industria a livello mondiale e dame dell’aristocrazia internazionale che hanno davvero dato un imprinting alla immagine ma soprattutto alla sostanza di Milano Marittima, mai erano arrivati a certe stupidaggini, più consone ai parvenus.

Milano Marittima è diventata un paese vacanziero illustre perché ci veniva gente illustre, adesso ti vendono la storia inversa, vieni in vacanza o compra casa a Milano Marittima e sarai anche tu automaticamente un vip. Che pochezza. Fra l’altro quel Mi.Ma. è proprio preferito da chi con la località non ha praticamente nessun vero legame datato, quando lo sento capisco subito che si tratta di gente nuova, come direbbe quel Dante i cui discendenti sono scappati (anche loro) dal nuovo corso della Città Giardino, dove tutti amano Mi.Ma per comodo proprio, ma se l’avessero amata davvero non avrebbero contribuito a rivoltarla come un calzino, a partire da quella lotta continua al verde che è proprio l’anima del paese.

Chissà perché a nessuno è venuto mai in mente di chiamare Lido del Savio LISA oppure BOMA (Bologna Mare). Perché li non fa chic, punto. “Ho la casa a Bo.Ma… andiamo a prendere un aperitivo in centro a Li.SA…”. Se ridete di questo dovete ridere anche di Mi.Ma.

Che poi per loro Mi.Ma. è solo ciò che rientra nell’anello di Viale Romagna, punto. Poi la gente si arrabbia con me quando scrivo i reali confini di Milano Marittima, attestati anche dal catasto, perché sono più limitati di quelli nuovi e non ufficiali che ormai comprendono mezzo Comune di Cervia per comodo, e siamo sempre li, di chi deve lucrare di più o si deve sentire di più..

Un po’ come quel mio conoscente che quando cita certi personaggi lo fa coi nomi tipo Arrigo o Diego, perché sa che abbiamo capito subito che sono Sacchi e Maradona, e lui evidentemente è un loro intimo. A chiamarla Mi.Ma. non dimostrate proprio nulla, né che la amate, né che la conoscete, né che fate parte di un’élite. Direte che si fa prima? Io e tanti altri usiamo la doppia M che è ancora più veloce!

Scuserete questo piccolo sfogo di uno la cui famiglia è legata a MM da 72 anni, a livello sociale ed economico, e da 54 anni ci abita 365 giorni l’anno.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

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