Eugenio Cecchi racconta la missione del movimento di resistenza che vide coinvolto suo padre il giorno prima della liberazione di Cervia.

Mio babbo, Giovanni “Rino” Cecchi, non era inquadrato organicamente nelle formazioni partigiane che operavano a Cervia, ma era da tempo in contatto con le persone che, nell’imminenza dell’arrivo degli alleati, stavano organizzando il movimento di resistenza.

Il 21 Ottobre 1944, il giorno prima della liberazione di Cervia, gli venne consegnato un Carcano Mod. 91 e con il suo grande amico Spartaco Wilson Giorgini, armato di mitra MAB, tutti e due con una fascia tricolore al braccio, furono mandati a presidiare la centrale elettrica che, situata nella “torre” delle Saline, forniva la corrente elettrica ai macchinari delle saline stesse e all’Ospedale.

Il lungo giorno prima della liberazione di Cervia
Lastrina di caricamento del Carcano Mod. 91 ritrovata da Filippo Lucchi in pineta a Milano Marittima

Era quindi un obiettivo assai importante perché la sua distruzione avrebbe paralizzato l’attività sia delle pompe che impedivano l’allagamento delle Saline che dell’Ospedale, mettendone a rischio l’incolumità dei ricoverati. Per questo i sanitari chiesero ai partigiani di preservare la centrale.

Sapevano che non sarebbero stati soli e che altri partigiani, quelli dislocati sia nelle Saline che nella zona di Tantlon, dovevano muoversi verso Cervia alle prime luci dell’alba prima dell’arrivo degli alleati e raggiungerli alla centrale.

Alle prime luci dell’alba videro un gruppo di persone che, provenienti dalla zona di Pinarella, si dirigevano tra i campi in direzione di Ravenna. Poiché gli ordini ricevuti erano di aspettare sul luogo i rinforzi dei partigiani provenienti da Castiglione e non riuscendo a distinguere chi fossero, mio babbo e il suo compagno cercarono riparo dentro un canale.

Disgraziatamente Spartaco non era molto pratico circa l’uso del mitra MAB, e nella concitazione, lasciò partire una raffica che mise in allarme sia la retroguardia dei tedeschi, che in ritirata erano all’altezza della Madonna del Pino, sia le truppe canadesi che, provenienti da Tagliata e guidati dai partigiani Cervesi, stavano avanzando.

Ci fu una breve ma intensa sparatoria da ambo le parti poi la zona fu occupata dalle truppe Canadesi.

P.S. Spartaco era imbarcato sull’incrociatore S. Giorgio il 28 giugno 1940 quando le artiglierie contraeree della nave abbatterono l’aereo che trasportava Italo Balbo (scopri qui quale era villa di Balbo a Milano Marittima) scambiandolo per un bombardiere inglese.

Il mitra MAB Mod. 38 aveva due grilletti, uno per il tiro a raffica e uno per il tiro semiautomatico, nella concitazione del momento Spartaco premette inavvertitamente il grilletto posteriore, quello per la raffica.

Eugenio Cecchi

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