Il Conte ci parla della nuova pista ciclabile che sorgerà in Viale Matteotti e si lascia andare ad alcune previsioni.

Da viale principale, il più importante, a viale secondario. Da viale di boutiques, passeggio elegante e arteria viva anche in inverno per i tanti residenti annuali, a mero viale di servizio del prossimo parco in pineta da una parte e della spiaggia dall’altra. Con il Viale 2 Giugno che diventerà la vera strada principale, con gli hotel in parallelo questa volta non più col Matteotti ma col nuovo Lungomare, che dovrebbe arrivare fino alle colonie e i campeggi.

Un totale stravolgimento, che da il colpo finale ad un asse che è stato per decenni la spina dorsale della parte più importante di Milano Marittima dopo la chiusura di, praticamente, tutti i vecchi negozi. Negozi di tutti i tipi, dai bazar alle pescherie, dalle parrucchiere ai macellai, ai negozi di abbigliamento di lusso come La Tartana o la boutique Maria che avevano un’offerta di qualità superiore a tanti negozi del cosiddetto Centro, sia di allora che di oggi. A quel tempo nessuno si sognava di dire che se non hai un negozio dentro al cerchio di Viale Romagna non hai un negozio come si deve…

LA STORIA DEL VIALE MATTEOTTI

Il Viale Matteotti (Qui la sua storia completa) parte nel 1936 e viene inaugurato l’estate successiva col nome “Arnaldo”, fratello del Duce. Era già nel progetto di Palanti col nome di Viale Milano Marittima. Questo dimostra quanto allora fosse importante.

Hanno ucciso Matteotti
Viale Arnaldo Mussolini, attuale Viale Matteotti

Addirittura sulla Voce del 26 Gennaio 2011 si faceva notare come per Google Maps il Viale Matteotti facesse rima con Romagna. Infatti, digitando sul motore di ricerca la parola “Romagna” l’unica città menzionata era Milano Marittima e se per New York il punto di identificazione cadeva su Glendale, per noi era viale Matteotti.

Il suo parallelo sussidiario, il Viale 2 Giugno, era già presente con Palanti come Viale Lungomare. Esisteva solo un tratto che veniva da Cervia fino al Canalino e si chiamava Viale Dante. Nel 1940 fu fatto il ponte davanti all’Idrovora e pian piano continuato il viale che prese il nome di Viale 23 Marzo, ma non ebbe mai vocazione commerciale a differenza del Matteotti.

LE CONSEGUENZE DELLA PISTA CICLABILE

Che col nuovo assetto di viale a senso unico, con parcheggi a pagamento e pista ciclabile che non userà nessuno, come nessuno usa con rispetto tutte le altre ciclabili cervesi (figuriamoci poi da parte dei risciò e dei soci di Pantani abituati a sfiombare indisturbati e padroni) diventerà, come dicevo, da viale di negozi e passeggio a mero viale di passaggio, una vera retrovia (scusate il non voluto gioco di parole) per lo spostamento verso altro, il parco pinetale, il centro, la spiaggia, insomma un corridoio, non più una bellissima strada, parte integrante a sé della offerta cittadina.

Il Viale 2 Giugno verrà rivalutato soprattutto in funzione del nuovo Lungomare che, pare, prossimamente potrebbe ospitare anche nuove strutture commerciali diffuse per renderlo più attraente. Così gira voce. Restando, così, viali commerciali proprio il nuovo Lungomare e la zona del Centro, tutto il resto dormitorio, come da anni è Lido di Savio. Vista la massiccia presenza di parecchi negozi etnici, una buona decina almeno, qualcuno ha ribattezzato il Matteotti viale Pakistan… E qualcuno dice pure “per fortuna che ci sono loro”.

Io mi limito a ricordare 2 fattori incontestabili.

  1. Quando bombardi la gente del posto, turisti e possibili investitori esterni, che i negozi di Milano Marittima degni di essere considerati sono solo quelli del centro, è logico che col tempo gli altri del Matteotti (e non solo) sono condannati a morire.
  2. Quando gli togli anche il passeggio, mettendo un trenino che carica la gente nel 2 Giugno davanti agli hotel e li scarica direttamente in centro saltando tutte le vetrine del viale, è logico che ai negozi del viale tagli le gambe e le possibilità di occasioni di shopping. Ecco perché i negozi del Matteotti hanno chiuso e sono stati sostituiti da altre attività che certamente non hanno né mantenuto né alzato il suo livello.

Il Conte Ottavio Ausiello-Mazzi

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