Quando si parla della storia di Milano Marittima ci troviamo spesso di fronte a luoghi comuni che il nostro Conte ha deciso di analizzare.
Eccoci qua, è arrivato anche il 2021. In questi giorni così lunghi di lockdown, parlando coi miei genitori, si rifletteva che col 2021 Milano Marittima compie effettivamente 110 anni: nel 1911 si formò la società milanese di questo nome e poi nel 1912 fece il contratto col Comune di Cervia. La mia famiglia accompagna la storia sociale ed economica di Milano Marittima da due terzi di questo lasso temporale, quest’anno sono giusto 70 anni dal primo approccio nel 1951.
Lo dico modestamente, non per vantarmi, quello lo lascio agli ultimi arrivati, agli ignoranti della nostra vera realtà, quelli che usano il nome di Milano Marittima come brand e la città come palcoscenico delle loro ridicole manie. Lo dico con affetto, come si dice ai migliori amici: caro mio ci conosciamo da sempre, ci conosciamo bene, da una vita, so tutto di te e tu sai tutto di me.
E per far capire a chi non mi conosce che quando scrivo so cosa scrivo. E un po’ lo faccio anche per chi prova fastidio che a Milano Marittima ci sia ancora qualcuno, qualche memoria storica, che racconta a chi vuol sapere, ovvero voi gentili lettori, la storia ma quella vera, quella che non è brand e non è vanità, e soprattutto non è invenzione o correzione a comodo proprio per fini non certo culturali e sociali.
Purtroppo vedo che la lotta è dura: il virus dell’ignoranza che qualcuno alimenta ad arte sta facendo danni stile Covid, il vaccino è questo blog.
Vedo che vengono più credute persone che, potendo contare su più visibilità personale ed appoggi mediatici, stanno riscrivendo la nostra storia sempre più diluita e addomesticata. Ci sono luoghi comuni duri a morire, ed altri che stanno prendendo piede.
I LUOGHI COMUNI DA SFATARE
Fin dai primi articoli mi sono preoccupato di sfatare la menzogna di una Milano Marittima disabitata in inverno, tutta chiusa, quando invece era piena di residenti e rigogliosa di negozi per tutte le necessità, dalla rotonda Don Minzoni fino alla Ventesima Traversa. Adesso sta prendendo piede la canzone che abbiamo più residenti essendoci anche più case e che dobbiamo ringraziare chi le ha comprate venendo a popolare questo deserto.
Francamente non è solo una balla storica, ma un’offesa per chi come noi abita qui tutto l’anno da oltre mezzo secolo. Sono aumentati gli appartamenti si, ma sono tutte residenze fittizie e si sa bene.
Fa un po’ il pari con questa, la nuova storiella che solo negli ultimi anni abbiamo turismo di alta gamma, anche perché abbiamo da poco tempo, dicono, hotel 4 e 5 stelle. Posto che poi nella realtà sappiamo che si fanno fior di offerte e pacchetti iperscontati, che in realtà parificano chi le fa a strutture 3 o anche 2 stelle, è imparagonabile l’alta società dell’aristocrazia del blasone e del denaro ma anche del cervello che avevamo fino agli anni ’90 con la situazione attuale, una clientela che non cercava visibilità e forse per questo poco conosciuta fuori Milano Marittima, addirittura a Cervia, dato che la divisione a livello di clientela era abissale, anche se oggi si vuole nasconderlo.
Non c’è nessun vip oggi che anche in un 5 stelle lasci mance pari ad un mese di stipendio al personale, una prassi regolare nella mia vecchia Milano Marittima. Potrei dire tanto altro. Era una Milano Marittima tanto elitaria da spaventare, per la sua chiusura, addirittura nomi altisonanti. Case in affitto o in proprietà, a Milano Marittima, le avevano persone ricche, nobili e famose in gran quantità anche una volta, non abbiamo dovuto aspettare tutti i nuovi appartamenti. Ed ecco un altra boiata. Giorni fa ho sentito un muratore dire che invece di essere contro la cavalcante, incessante cementificazione, dovremmo essere contenti a Milano Marittima, perché prima di queste nuove edificazioni la nostra località era un cesso. Si un cesso, ha detto così, e non è stato il primo. Un cesso dove tutti volevano, ma non potevano, venire, che strano cesso.
I VESTITI BUONI PER LA CITTÁ DEI SIGNORI
Per fortuna abbiamo tante foto che fanno vedere in che paradiso vivevamo, altro che cazzuole. Quando penso che una volta i cervesi stessi si facevano il vestito buono apposta per fare una timida capatina nella città dei signori, e questo è durato fino almeno alla mia infanzia, che non è l’impero romano, si capisce la situazione attuale, di chi si permette adesso di farci non solo lezione, ma anche offenderci.
Del resto, siamo rimasti pochissimi, poche decine, quasi tutti anziani, molto anziani, senza mezzi per ribattere, senza voglia spesso di perdere tempo con chi ha la forza dell’arroganza e dei media asserviti.
Per questo, amici followers, vi chiedo di continuare a seguire il blog ideato e gestito dall’amico Thomas Venturi, anche lui di famiglia storica, e aiutateci a conservare la nostra storia, la vera storia di Milano Marittima.
Il Conte Ottavio Ausiello-Mazzi
BRAVISSIMO OTTAVIO. FAI COMMUOVERE CHI CONTINUA A VENIRE A MILANO MARITTIMA PER QUELLO CHE ERA!!!!
Complimenti , la storia di Milano Marittima va tenuta ben viva ….a proposito ricordo che da piccola la mia famiglia per le vacanze mi portava li’ al mare ed io e con mia sorella restavo estasiata davanti alla villa degli animali : c’ erano uccelli esotici, scimmie ,perfino un leone .Noi li guardavamo, sbirciando da dietro alle siepi alte che cingevano il giardino zoo della villa , che si trovava alla fine del viale , proprio dove oggi comincia l’ Anello del pino. Negli anni sessanta la strada terminava alla villa , non c’ erano ancora le traverse , ma da li’ si intravedeva una bella pineta di alti pini , ben fitta. Vi arrivavamo con la bici e mi incuriosivo a vedere dal vivo gli animali esotici di quel magico posto , che mi incuteva un senso di rispetto e di stupore.
Il Conte ringrazia! Del leone proprio non ce ne ricordiamo ma negli anni ’60 le traverse c’erano già tutte.
Saluti
Aneddoto sul leone: fine anni ’60 mia nonna Susanna Ginanni Fantuzzi nel giardino della precedente casa altezza piazzale Genova aveva tenuto in giardino un leoncino cucciolo che il fotografo antistante usava, insieme a scimmie e pappagalli, per fare foto ai villeggianti la sera. Ebbene quando i miei genitori con mio fratello all’epoca di 2 o 3 anni vennero in vacanza, nonna si era dimenticata del leoncino che si aggirava nel giardino, tanto che mio fratello ignaro andò in casa a dire a tutti: “c’è una bestia in giardino che mi soffia!” (frase che mia nonna ci ha sempre raccontato per decenni) e lei ed i miei replicarono ipotizzando fosse un gatto salvo poi appurare la presenza del cucciolo di leone! Non so tuttavia se sia lo stesso leone che cresciuto sarà portato alla cosiddetta villa degli animali o più probabilmente viste le date potrebbe trattarsi del figlio del citato leone del commento al post. In ogni caso leoni a MilanoMarittima MilanoMarittima posso così testimoniare che ne sono passati!
Gentile Signora Anna Fabbri , abito a Milano Marittima dal 1961 e in quegli anni risiedevo in zona traverse . La viabilità era completa già da diversi anni . Anche il viale 2 Giugno era completo come oggi e non terminava alla “villa degli Uccelli” . Certo da lì in poi il verde era veramente tanto e la parvenza era di entrare realmente in Pineta . Il gioco più divertente per noi bambini che vivevamo lì era costruire capanne e rifugi e quotidianamente eravamo “all’opera” nell’Anello del Pino che era una vera e propia boscaglia . Ogni tanto , mossi dalla curiosità raggiungevamo la suddetta Villa che sapevamo essere di propietà di una famiglia di Bologna che soggiornava solo in estate ( si diceva dei Majani quelli del cioccolato….). Nel complesso , recentemente passato di proprietà e completamente ristrutturato , risiedeva tutto l’anno la Famiglia Benini che faceva da custode e accudiva i vari volatili . Io , come tutti i bambini della zona , spesso curiosavamo dalla recinzione per vedere svariati uccelli tra cui Fenicotteri…..mai visti in quegli anni , c’era nel vasto giardino anche un laghetto con anatre , 2 cigni , oltre a fagiani variopinti ed altri volatili di diverse specie male assicuro che non c’erano scimmie o leone come Lei dice di aver visto. Mi vien da pensare a una forma di suggestione …..magari indotta da chi la accompagnava a sbirciare tra le siepi , favoleggiando la presenza di animali esotici.
Franco B,
I Maiani in questione sono di Forlì e non c’entrano nulla col cioccolato.
Il Conte