Oggi, 3 Ottobre 2019, sia il Corriere sia il Carlino Ravenna pubblicano ampi articoli ed interviste dedicati alla crisi del mattone in riviera nostrana, però insistono nel definire la mia Milano Marittima regina in quanto qui il mattone resta carissimo rispetto alle località limitrofe. Il Carlino titola “nuova frenata per le case al mare, se Milano Marittima si conferma regina… ecc”. La prima domanda è regina di che, regina senza regno, regina decaduta, se poi già alcuni operatori del settore lamentano mancanze strutturali pesanti, che poi sono mancanze innanzitutto per noi ormai sparuti residenti storici effettivi, mancando adeguata illuminazione, mancando strade che non siano altrettanti minigolf pieni di buche, mancando marciapiedi consoni alle famose passeggiate del presunto shopping, dato che anche in pieno centro, come si suol dire, mancano le mattonelle, vedi davanti all’ex Sporting e alla ex La Perla.
Dice bene un noto operatore sul Carlino, Milano Marittima ha un nome, peccato le sia rimasto solo quello, ed è la sua fortuna, perché è la sola cosa o quasi che attira, attira gente in cerca di promozione sociale, perché dire ho casa a Milano Marittima fa ancora status, fa ancora colpo sul popolino ed i piccoli borghesi di provincia. È vero che Milano Marittima offre un Buen Retiro di tranquillità a chi ha la seconda casa, fuggendo almeno nel weekend dal degrado galoppante delle città, ma una località non può essere questo, il ripiego dei weekend o un appoggio per due settimane di ferie estive. Dove non trovi più un negozio utile alla vita quotidiana, dove non trovi più al bar, in chiesa o alla posta, qualcuno con cui scambiare chiacchiere e ricordi, dove di giorno non gira più un anima se non estranei e stranieri, e dove se non fosse per la presenza degli immancabili operai, sarebbe il cimitero totale. Per vincere poi d’estate il bordello della movida, delle famigliole proletarie, ecc.
Comunque, per questa meravigliosa prospettiva di vita, che nessuno può contestarmi senza essere disinformato o bugiardo, la statistica ci dice che a Milano Marittima un appartamento nuovo costa fra i 3700 ed i 6500 euro al metro quadro. Gli usati centrali fra 2900 e 4100 e gli usati periferici fra 2300 e 3500. Qui abbiamo già un errore di base che si continua a ripetere, e che danneggia in primis proprio chi lo propaga, ovvero fare zonizzazione, quando Milano Marittima come ho più volte scritto, ma è un concetto che non entra, è sempre stata una ed una sola, senza centri e periferie se non nella bacata mentalità di certi ignoranti campagnoli, perché già come concept una città che è un giardino non può avere centri e periferie come un paese di campagna o una classica città. Povero Palanti, tradito subito anche qui…
La differenza con Cervia è palese e questo spiega perché tanti dicono di aver casa a Milano Marittima quando in realtà a Milano Marittima non lo è perché è, magari, in zona Amati (vedi “I veri confini di Milano Marittima“).
Infatti a Cervia gli appartamenti nuovi costano al massimo sui 4000 euro al metro quadro, quelli usati centrali fra 1700 e 2600 e quelli usati periferici dai 1400 ai 1700. Nelle località competitor da sempre abbiamo un massimale di 5500 euro a Cesenatico e di 5900 a Riccione. Il Corriere da una media di 600mila euro per chi vuol casa a Milano Marittima, è si è tenuto basso, direi. Ripeto, il discorso deve essere incentrato su una sola cosa, cioè cosa mi offre una località piuttosto che un altra in proporzione a quello che mi costa andare ad abitarci. Io a Milano Marittima abito dal 1973 quando ero nella pancia di mia madre che allora abitava in quella che oggi è detta zona centrale di appartamenti usati, e posso dire che in proporzione alla mia qualità della vita, che si è da allora abbassata sempre più, il costo del mattone a Milano Marittima è ancora più pesante di quello riportato dallo studio, perché prima con prezzi assolutamente normali o poco superiori a Cervia e altrove, Milano Marittima mi dava in proporzione tantissimo, oggi non mi da quasi più nulla di tutto ciò ed il prezzo per abitarci è esorbitante.
Io credo di essere sempre chiaro, poi se qualcuno come solito vuole eccepire è libero di farlo, ma il suo giudizio non può valere quanto il mio. È come se un profugo prendesse casa a Bologna e dicesse che a Bologna sta da Dio, per lui certamente, visto da dove viene, ma un bolognese di zocca mai e poi mai potrebbe dire altrettanto facendo il confronto con la sua Bologna di 20/30/40 anni fa… Quello che deve essere capito una volta per tutte è che c’è una differenza abissale fra chi vuole vivere in una località e chi vuole vivere la località, cioè chi partecipa alla vita comunitaria per il bene di essa e del luogo, e chi è solo interessato a vivere il proprio egoismo.
Il Conte
Ma le famigliole proletarie così ti hanno fatto di male di preciso? Ricordati che tante contesse che tu citi, non erano altro che proletarie che hanno accalappiato il conte al momento giusto. Una su tutte: la mondina Marta Marzotto. Nemmeno la decenza do restituire il cognome dopo il divorzio . Perché Marzotto fa più chic che Vacondio. C è piu sangue blu in tante donne proletarie che in finte contesse ninfomani cornificatrici che esibiscono una ridicola puzza sotto al naso. Anche Clara Agnelli sposata al principe Tassilo, ci diede dentro a più non posso con l’amante. Quindi prima di schifare le famiglie proletarie, pensa a tutte le puttanelle aristocratiche che circolano indisturbate. Ah… la nipote di Clara, fu beccata mentre comprava cocaina dal suo spacciatore di fiducia, vita integerrima, 5 figli da tre uomini diversi e una marea di amanti. Una lotta continua contro la anoressia nervosa perché essere ricchi e viziati è pesante. Ora a 44 anni pare abbia deciso di fare la stilista… sempre meglio tardi che mai… principessa furstenberg sesso e cocaina