E ci risiamo. Ovviamente col solito giochino del trovare colpe esterne spesso inesistenti, e non farsi mai un bel esamino di coscienza. Milano Marittima è diventata quello strambo posto dove dicono che si paga anche l’aria che si respira, però a respirare l’aria a pieni polmoni sono fasce di popolazione che in genere si danno per le più svantaggiate economicamente. Camerieri, cuochi, operai e tanti immigrati. Sono loro i nuovi residenti di Milano Marittima e sono destinati ad esserlo sempre più. Non solo d’inverno ma addirittura d’estate, dove grazie a non pochi imprenditori filantropi, al personale sono trovati alloggi di pregio, a partire da appartamenti vista mare nei grattacieli, o addirittura in ville delle traverse, dove magari qualcun’altra è stata affittata da qualche capitano di industria a prezzo salatissimo e guardando chi si ritrova per vicini di casa qualche domanda sulla Milano Marittima vip, glamour, esclusiva se la fa. E si dà anche la risposta. Tipo, non ci torno più. Poi magari quelli della mia età che sono a Milano Marittima da generazioni, per esempio da nonni o bisnonni, e che vorrebbero continuare a viverci, fanno fatica a restare perché strozzati da affitti nella media degli €850 mensili (Con la sola prospettiva di un aumento e non un abbassamento di neanche €5).
Oggi sul Corriere del 24 Maggio 2019 l’ennesima intervista sulla crisi immobiliare di Milano Marittima, ovviamente denunciando gli effetti ma mai chi li ha prodotti. Si dice che fanno mercato solo gli appartamenti usati, che c’è un calo affitti del 20%, che il mercato è del tutto asfittico, che c’è sta crisi del mattone, e per uscire dall’impasse si pensa a creare una grande agenzia, un unico centro operativo per far fronte al problema. Ovviamente non ci si sofferma a pensare che se certa gente non cambia modo di pensare, ed agire, non cambierà nulla, se non appunto un insegna fuori dell’ufficio… Perché nello stesso giorno 24 maggio 2019 sul Carlino nazionale si leggeva un articolo che smentiva tutte le cazzate che ci propinano su Milano Marittima. Si leggeva infatti “Case: aumentano. Quinto anno di crescita consecutivo, il mercato italiano segna un’altra tappa verso la ripresa, quest’anno il dato più alto dal 2010. L’acquisto delle case risulta accessibile nel 2018 al 78% delle famiglie, un massimo storico mai registrato. L’Emilia Romagna è la regione col maggiore incremento per numero di compravendite di abitazioni nel 2018. Unica regione col segno in passivo (-7%) è la Basilicata”. Quindi? Come la mettiamo stavolta? Che la colpa è di Milano Marittima che è in Basilicata? O finalmente qualcuno fa mea culpa e confessa di aver gestito male la faccenda, e di insistere con miope arroganza controproducente per tutti, a gestirla male? Volete ancora illudere la gente che Milano Marittima è un’altra Montecarlo? Che persone dal portafoglio pieno fanno la fila per comprarsi appartamenti, ville e attività? Forse, invece di fare un grande consorzio, sarebbe meglio dare il ben servito a gente che ha contribuito al declino della località e la sta facendo mummificare? Siamo al 24 Maggio. Neanche tanto tempo fa avevamo già quasi 2 mesi di stagione turistica alle spalle, oggi nella zona che si vuole la più IN di Milano Marittima, cioè fra le Rotonde Primo Maggio e don Minzoni, ci sono solo li almeno 10 negozi vuoti senza prospettive di apertura. Datevi voi la risposta, tanto la sapete…
A Settembre 2020 Milano Marittima perderà le suore Orsoline, quindi un immenso lotto di terreno sarà, se non lo è già come pare, terreno di conquista per un’ennesima speculazione immobiliare di nuovi appartamenti, con la villa storica che un tempo apparteneva al fondatore Galli che sicuramente farà la fine della Villa già De Maria sul Matteotti. Siamo proprio sicuri che a Milano Marittima c’è la crisi del mattone?
Il Conte