Sul Carlino dell’11 Marzo 2019 potevamo leggere che “il Pineta è un brand di caratura internazionale” cui faceva eco lo stesso giorno il Corriere dove invece si leggeva “il brand di Milano Marittima in Europa grazie al Papeete, obiettivo la promozione di Milano Marittima e delle sue eccellenze”. Difficile capire quali siano queste eccellenze e quali siano i nuovi mercati da aprire, ancor più difficile capire chi ha appena aperto al posto dello storico mercato del pesce un ristorante (e figurati) e sul Carlino del 12 Aprile sempre 2019 affermava con convinzione “la piazza in certi momenti può tranquillamente sembrare un angolo di Parigi o Barcellona”. Insomma, se pensavate che certe sparate fossero ormai relegate alle pagine di Milano Marittima Life, ecco aprirsi nuovi orizzonti… Ma per vedere gli orizzonti, c’è sempre un punto base, anzi un retroterra, e qui entrano in gioco gli anni ’90, quando, ciascuna a suo modo, ma poi con esiti paritari, sia Cervia sia Milano Marittima hanno iniziato a vedere una escalation dove l’immagine ha preso il posto dell’immaginario. Tutto a finalità marketing. Per ora tralascio Cervia. A Milano Marittima iniziò, purtroppo, quella solfa mediatica dei vip, della vita notturna, dello shopping griffato relegato attorno alla Rotonda Primo Maggio ecc. E questa mitologia ha finito per prendere così tanto piede da venir mutuata per veicolare la pubblicità della località. Fede ne fanno alcune pubblicazioni dell’epoca, che proprio perché fondate sul nulla ebbero vita effimera, ma testimoniano un ideologia che tuttora ha non pochi adepti, con le conseguenze visibili a tutti. Una di queste pubblicazioni fu intitolata proprio “Milano Marittima” in distribuzione gratuita a Bologna, Forlì, Faenza e ovviamente qui che, a detta degli ideatori, voleva essere “una traccia, un viaggio alla scoperta di uno stile inconfondibile, lo stile di una Milano Marittima viva che sa miscelare rumori e silenzio ecc”. Insomma già si dava la stura al casinificio agli albori e al tutti facciamo tutto basta prendere… Ma in definitiva erano solo 20 pagine in bianco e nero di pubblicità! Ed in breve dalla foto pubblicitaria dove si gonfiavano le realtà commerciali, si è passati alla Milano Marittima dove hanno palcoscenico i clown mediatici, i protagonisti del nulla con la voglia di veder gonfiata la loro vita tramite l’immagine, ovvero la Milano Marittima delle paparazzate. L’iniziativa più seducente e carina, invece, fu data da due albi di fumetti della serie “Eva & Chris” che fra l’altro servirono, nel 1994, a far sfondare il disegnatore Giuseppe Di Bernardo, poi passato anche ad altro, fra cui il Diabolik di quelle sorelle Giussani che fin dalla guerra frequentavano la nostra località…
Eva e Chris erano due simpatiche zoccolette, un po’ la versione giovane della Signora in Giallo, quella che dovunque arriva ci scappa il morto e la gente si tocca. Magari qualcuno si è toccato anche con Eva e Chris, e ben due episodi le vedevano qui, un altro a Madonna di Campiglio, la nostra città amica…
Trama inesistente, uno smaccato pretesto per citare le varie attività commerciali che avevano contribuito, i cui titolari poi venivano riprodotti a pie delle varie tavole con mini ritratti davvero riusciti. In sostanza una futilità simpatica, e mi dispiace aver buttato i volumetti. Eppure, si era aperto un modo di fare pubblicità, magari declinato in modo anche molto diverso, ma si era iniziato a raccontare Milano Marittima come un fumetto e, oggi, si è finiti alle pagine del gossip.
È infatti passata l’idea che Milano Marittima si esaurisce nei personaggi delle attività che troviamo in quei fumetti, il resto non conta anche se è storia vera e più importante. L’idea che si possano avere chissà che ricadute turistiche ed economiche da simili sciocchezze si è riflessa in un altro fumettone, stavolta non cartaceo ma televisivo, come fu Campioni il Sogno, pure quello di assai effimera vita, ne beneficiò quasi esclusivamente il chiosco della piadina difronte ai Camilliani! E tuttora si va avanti imperterriti su questa linea, su questa immagine che riflette il nulla, solo sparate come il tormentone ultimo che voleva Sgarbi già padrone del Milan Marittima e sicuro volano di chissà che successi sportivi e turistici, il tutto esaurito in alcuni articoli magniloquenti ai primi di ottobre 2018… Quanto a me, preferisco leggere Tex Willer, anche lui sono anni che ne spara di continuo, ma non sono cazzate…
Il Conte