Andiamo a scoprire come Milano Marittima sia nata seguendo lo stile urbanistico delle rotonde che ancora oggi sembra essere la miglior soluzione alla circolazione.
La rotonda, ultima moda e grande panacea dell’urbanistica e della viabilità. Scopriamo dal Resto del Carlino che una nuova andrà ad aggiungersi a quelle già presenti e verrà realizzata nel tratto dove il Viale Nullo Baldini si unisce al Viale Matteotti.
I PROGETTI DI GIUSEPPE PALANTI
Se si guardano i vari progetti del fondatore Giuseppe Palanti per Milano Marittima, quante aree circolari! Grandi e piccole nel tempo non tutte sono state realizzate e hanno cambiato nomi a seconda del potere politico del momento.
Nel numero di Gennaio del 1992 del Gazzettino di Cervia si poteva trovare un lungo e dettagliato articolo a firma Gino Pilandri che ripercorreva i cambi di nome delle nostre strade, specie “a seguito della cancellazione dei nomi del periodo fascista di più fanatica auto esaltazione”. Come sindaco comunista di Cervia, il Pilandri, che era anche storico per hobby, avrebbe dovuto sapere che anche le successive titolature erano smaccatamente auto celebrative del suo partito. Chiamare Rotonda Primo Maggio la rotonda considerata fulcro della vita di Milano Marittima cosa fu se non una targa politica? Perché invece da storico di fatti locali, per di più residente nei pressi, non la chiamò Rotonda Giancarlo Palanti, per esempio, dal nome del figlio del fondatore di Milano Marittima e addirittura padre di quel Giancarlo Palanti che di sua mano aveva progettato la Rotonda con le famose colonne? Era il 21 Settembre 2017 quando la sempre amichevole e generosa Paola Romagnoli, nipote dei Palanti, mi mandò come regalo una foto del disegno originale dello zio da pubblicare su questo blog in esclusiva.
Piuttosto Pilandri avrebbe dovuto dare nuovi nomi e più degni ai tuttora esistenti Viale Cadorna e Rotonda Cadorna, che sono rimasti a nome di un pessimo generale che ha sulla coscienza migliaia di soldati mandati da lui al macello con arroganza ed incapacità, seguendo così l’esempio di tante città come ho scritto nell’articolo Le strade della Morte.
Nei primi progetti per Milano Marittima ci dovevano essere due grandi spiazzi rotondi, ovvero il Piazzale Milano Marittima, dov’è la Primo Maggio ma molto più grande, e un’altra area rotonda all’altezza della Colonia Montecatini. Le cose poi andarono diversamente, come spesso succede nella vita, e le rotonde primigenie divennero sempre due ma più piccole, ovvero la Balestrazzi e la Beltramelli, così chiamate dal 1935, oggi sono Rotonda Don Minzoni e Rotonda Primo Maggio.
PRIMA E SECONDA ROTONDA
Apro una parentesi, che ci vuole non per darmi aria da saputello ma per chiudere la bocca a quanti ad ogni costo vogliono sempre contraddirmi per il gusto di farlo.
Prima precisazione: col tempo la Rotonda Primo Maggio ha preso molto piede, specie a livello commerciale, ed è diventata nell’immaginario collettivo degli immigrati campagnoli orfani della piazza paesana di origine, l’effettiva piazza del paese Milano Marittima, tanto da essere chiamata “La Rotonda” tout court, come se fosse l’unica e sola. E siccome i cervesi hanno sempre considerato il mondo dal loro punto di vista, spesso l’hanno chiamata la seconda Rotonda.
Seconda precisazione: tempo fa quando scrissi che i vecchi cervesi chiamavano la Don Minzoni “la Prima Rotonda”, apriti cielo, giù a criticarmi che me lo ero inventato o, al meglio, non si era mai sentito prima. Ma eccovi serviti, ho scelto fra le tante una bella foto dove “La prima Rotonda” è scritto chiaro e netto nella didascalia.
Fra l’altro, la Don Minzoni è anche il confine parrocchiale della Chiesa Stella Maris con la parrocchia di Cervia dal 1954.
La Rotonda Balestrazzi vide il primo sviluppo di Milano Marittima con le prime ville dei fondatori, come Redenti, Tempini e Galli, e la prima chiesa di Milano Marittima, quella delle Orsoline, Santa Maria del Buon Consiglio.
La Rotonda Beltramelli, costruita nel 1928, ha visto l’insediamento poco prima della guerra delle prime famiglie imprenditrici del turismo e della vita cittadina come i Cereda, i Tabanelli, i Pansecchi, i Battistini, i Veronese, gli Sgarbi, i Focaccia, dopodiché arrivarono i Bagnara, i Prestinenzi, gli stessi Pilandri ecc.
La Rotonda Primo Maggio è stata quella che ha subito più volte interventi, a mio vedere uno peggio dell’altro, col finale dell’istallazione delle catene carcerarie. Quante volte la Primo Maggio è stata giardino dei miei giochi fra fine anni ’70 e primi anni ’80, quando mio padre aveva la Boutique La Tartana vicino allo Sporting e le mie care zie Franchini, con la nonna Nella, affittavano per tutta l’estate l’appartamento sopra all’attuale Cognac Bisquit. Una volta sono finito anche dentro la vasca centrale.
LE COLONNE DELLA ROTONDA PRIMO MAGGIO
È curioso notare come le tanto famose colonne oggi siano un falso storico, essendo nuove mentre quelle autentiche (malandate) sono state riciclate come arredo alla Rotonda Don Minzoni.
Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi