Domenica di Pentecoste, mentre mi toglievo la vestina di Cerimoniere della Stella Maris, sentivo una delle ragazze del coro entusiasta perché dei tedeschi erano andati a dire grazie a lei e agli altri “per aver cantato”. Appena fuori la chiesa, ho trovato un’orda di giovinastri urlanti a petto nudo, alcuni in slip, tutti comunque già brilli. Un pomeriggio mentre prendevo un caffè in spiaggia coi simpaticissimi amici Conti Lajolo di Cossano, il Conte Emanuele ad un certo momento si è alzato, e girandomi ho visto che lo faceva perché stava arrivando al tavolo una loro amica, segno che modernità di vita e amicizia comunque non devono mai far scordare la buona vecchia creanza! Tornando a casa ho trovato un altro mio conoscente, uno dei più grandi industriali italiani, di notorietà mondiale che, scopa e paletta alla mano, aiutava la sua colf a pulire il marciapiede antistante la sua villa, nonostante sia marciapiede pubblico… Amore per la pulizia, e amore per Milano Marittima. Cosa voglio dire con questi flash? Innanzitutto che essere educati e rispettosi dell’ambiente dove si vive, non è o meglio non dovrebbe essere prerogativa di un ceto sociale piuttosto che di un altro.

ragazzaglia marittima
Un palo divelto in questi giorni dalla movida

E poi che essere educati “costa stesso tempo e fatica” di essere maleducati! Purtroppo nell’ultimo ventennio a Milano Marittima la tendenza è alla cafoneria, alla arroganza, all’ostentazione. Già circolano i primi video di denuncia sui comportamenti indecorosi tenuti dalla ragazzaglia che specie nei weekend piomba in massa sulla cittadina, con tutti gli annessi e connessi che sappiamo. E tornano le polemiche, le voglie di ordinanze, di esposti, di più forze dell’ordine. Come ho già scritto più volte, e tanto per tornare agli esempi sovraesposti, ciascuno dovrebbe fare la propria parte.

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Un altro palo divelto in questi giorni dalla movida

Siccome questa gente non arriva a Milano Marittima invitata o coccolata dal Sindaco o dal Prefetto, sarebbe il caso di chiedersi come mai le strutture ricettive, anche 4 stelle (e meglio non fare nomi) accolgono questo target, ben sapendo cosa verranno a fare. Come mai certi luoghi di ristoro, anche pretenziosi nella loro pubblicità, permettono che questi soggetti facciano un chiasso da osteria e cori da stadio fino alle due di notte, senza chiedere rispetto non solo per noi residenti o gli altri turisti, ma innanzitutto per il decoro del locale stesso e degli altri clienti. Mia madre è di Verona, ed una volta si diceva ridendo che a Verona per le strade era tutto un alternarsi di osterie e conventi. A Milano Marittima, e c’è poco da ridere, ormai è tutto un alternarsi di attività mangia e bevi, pizzette e piadine e di cosiddetti negozi etnici, cioè quelli gestiti da asiatici. Che poi di etnico non hanno un bel nulla, perché non vendono prodotti della loro patria di origine ma tutto ciò che una volta vendevano i famosi bazar di Rimini. E difatti i loro fornitori sono tutti italiani targati Rimini e San Marino. Qualcuno anni fa coniò il vocabolo “riminizzazione” proprio per significare il degrado di tutti questi carrelli per le strade, ed il casinificio della peggio gioventù.

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Dulcis in fundo… gli adii al celibato e nubilato sempre più composti e sobri

A Milano Marittima invece di mantenere alta l’asticella, ci si è adeguati, sperando in più pronti e facili incassi. Poi ci mettiamo la categoria dei nuovi arrivati, i finti residenti, quelli che si sono presi l’appartamento per fare i fenomeni, sentirsi VIP o addirittura signori. Quelli che davanti casa non spezzerebbero mai neanche sotto minaccia, che appena arrivati la fanno da padroni, quelli che magari sono scappati da Bologna o Modena perché là non hanno saputo conservare la qualità della vita e combattere il degrado, e sono calati qui in massa a fare invece i professori con noi, che fino adesso abbiamo cercato di mantenere la NOSTRA Milano Marittima più bella possibile, senza mai chiedere nulla. Infine, i soliti pirla che per metterci la pezza su, insistono istericamente che Milano Marittima è sempre la stessa, e giù a indorare la supposta parlando di VIP, glamour, fashion, lusso ecc. Il lusso non è per tutti, come ha scritto il prof. Zecchi, docente di estetica, e non perché non tutti hanno le stesse tasche, ma perché non hanno lo stesso stile. Il lusso riflette uno stile ed un modello sociale. A seconda della persona, uno stesso oggetto di lusso, tipo un gioiello, un orologio Rolex ecc, può comunicare signorilità o cafonaggine. Lo stile di una persona è la sua storia. Ci si può addobbare come si vuole, dice Zecchi, ma senza stile ed eleganza si risulta ancora più cafoni. Da quando Milano Marittima ha tradito la sua storia, la sua primigenia vocazione elitaria, è iniziato il declino, la strada per la risalita sarà durissima, e non serviranno certo nuovi arredi urbani ecc se non si cambierà mentalità…

Un grande grazie, fin da ora, a tutte le forze dell’ordine a partire dai Carabinieri, che faranno sempre nei limiti delle loro possibilità di tutto e di più per la nostra sicurezza a 360 gradi!

Il Conte

2 risposte

  1. Sono d’accordo con Lei lo stile e l’eleganza non si comprano, purtroppo M.M. come tante altre località, rovinate dalla globalizzazione.

  2. Milano Marittima.
    perche’ una persona facoltosa, un grande industriale va in un posto cosi’ banale…morto, senza nulla di creativo e artistico?….nessuan bellezza naturale, nessun segno estetico rilevante e veramente esclusivo…mah

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