“Tutela paesaggistica, Romagna antesignana nelle leggi e nell’arte” titolava un bell’articolo del Corriere del 11 Maggio 2017, a commento di una serie di incontri dedicati al PINO nel paesaggio romagnolo a Faenza. Perché non ospitare anche a Cervia iniziative così? Ne ha scritto anche un mio ex professore di Università, ex sindaco di Forlì, Roberto Balzani, di casa a Milano Marittima spesso in giro in bicicletta con divisa e caschetto. In realtà non sono stati né Balzani col suo libro, né Carducci (Ode a Polenta) a riscoprire il legame degli intellettuali col paesaggio, negato da alcuni grandi scrittori, basti dire che c’è una millenaria ed immensa letteratura in Germania sul rapporto quasi fisico fra uomo-natura-paesaggio. Ma pensiamo proprio a noi come Ravenna che il pino lo ha adottato come stemma! Aldo Spallicci considerava il pino uno dei tre emblemi della Romagna assieme al plaustro ed alla caveja! Spallicci abitava in una villa a Milano Marittima in Rotonda don Minzoni, poi all’inizio del boom turistico con un principio di deforestazione, si esiliò in una casetta in via Vasari oltre il confine di Milano Marittima, il Canale Madonna del Pino (anche qui il nome dice tutto). Il quindicinale “Gazzetta di Cervia” già nel biennio 1957-1958 riportava articoli sul principio di cementificazione. Con titoli tipo “Il nuovo volto non si addice a Milano Marittima” (n.6 Agosto 1957). Nel n.5 un articolo di Spallicci “Gli Italiani non hanno nessun amore per le piante”.
Nel n.13 Marzo 1958 Spallicci ed altri nomi noti scrivono al Presidente del Consiglio ed al Ministro del Lavori Pubblici onde tutelino “il rispetto della bellezza del paesaggio dalle esigenze di un turismo che non deve essere speculativo”. Quindi la venuta del Ministro Galletti a Milano Marittima il prossimo Lunedì 15 Maggio 2017 per promuovere un turismo improntato alla sostenibilità ambientale è più attuale che mai da un lato; ma da un altro testimonia che in 60 anni da Spallicci si è fatto pochissimo: avete mai sentito una manifestazione dei Verdi a Milano Marittima? Con Spallicci c’era Alteo Dolcini che scrisse “Sotto i pini a Milano Marittima” col maestro Casadei, oggi solo nel Matteotti faticherebbero a trovarne… Prima di loro ci fu Antonio Beltramelli, cui fino al 1946 era intitolata la Rotonda Primo Maggio. E prima di tutti Dante, una cui discendente ha avuto una villa a Milano Marittima almeno fino al 2005, pressappoco dove volevano fare un’altra bella colata di cemento col terzo grattacielo. Green city o Grey city?
Il Conte che non conta