Le colonie di Milano Marittima ospitarono i Tripolini negli anni ’40.
Venivano chiamati Tripolini i figli dei coloni italiani d’Africa d’epoca fascista ed ospitati nelle colonie nazionali agli inizi degli anni ’40. E’ curioso notare che Tripoli significa letteralmente “Tre Città” e che a Milano Marittima furono proprio tre le colonie ospitanti: Mantovana, Varese e Roberti divenuta poi Centro Climatico Marino dove feci la 2a elementare nel 1981.
Dal 1943 la Colonia Roberti si disse, proprio per questa presenza, Colonia Tripoli! Alla Libia o comunque alle nostre colonie africane, sono legate a vario titolo anche alcune delle famiglie che, sia nel passato, sia in epoca più vicina, fanno parte dell’élite dei vecchi residenti.
Dicono che la prima camionetta inglese entrata a Roma andò subito all’Agip per sequestrare le preziosissime carte fatte da Ardito Desio sulle zone petrolifere. I trivellamenti vennero iniziati scientificamente dal 1956 e moltissimi erano gli italiani che ancora abitavano lì. La mazzata arrivò nel 1970, quando Gheddafi sequestrò loro ben 1.500 aziende e 37.000 ettari di terre verdi e coltivate. L’excursus non può che iniziare da Italo Balbo, di casa a Milano Marittima. La sua famiglia è rimasta legata alla nostra località anche nel Dopoguerra, sua moglie, del resto, è morta nel 1980.
Passando alle vecchie famiglie, interessi commerciali ne avevano per esempio i conti Dall’Aste-Brandolini (fra i cacciati da Gheddafi) ed i marchesi Donati-Romagnoli, quest’ultimi imparentati ad un’allieva e musa del Palanti. Zio per matrimonio dell’Ing. Santini, che proprio al posto della Colonia Mantovana evitò il terzo grattacielo di Milano Marittima, fu il conte Galeazzo Pullé (+1971), che proprio a Tripoli conobbe la moglie di importante famiglia di imprenditori in loco. Il conte Pullé fu ingegnere della Ferrobeton, che realizzò strade, ponti, ferrovie in Tripolitania, Cirenaica ecc. Progettò anche il Grand Hotel di Riccione.
Il coté culturale è rappresentato dagli Ausiello e dai Bergalli-Petrucci. Il figlio di mio cugino si chiama Alessandro Ausiello in onore di un nostro prozio nato nel 1908 e grande studioso di colonialismo (abitava a Roma, Piazza Martini Belfiore 4) che fu docente di Storia Coloniale alle università di Roma e Napoli. Fra l’altro scrisse “La politica italiana in Libia” (1939). Quanto ad Adelaide Palmeri, nel 1930 fu madrina dello “Stabia” che partecipò al raid Roma-Tripoli per l’esclusivo Circolo Canottieri Stabiese. Una sorta di Karen Blixen (La mia Africa) fu invece la contessa Onorina Bargagli-Petrucci che sull’Africa scrisse vari libri reportage negli anni ’30 fra i quali “Nel Sudan anglo-egiziano” (1941) e “Nel Fezzan” (1934).
Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi
Anche se sono all’estero, ove risiedo e pur essendo di origine cesenate, leggo il suo blog che mi tiene aggiornata su Milano Marittima. Oggi mi ha veramente meravigliata quando ho letto “I Tripolini di Milano Marittima” – ma come ha fatto a sapere che a Tripoli ci si reco’ mio nonno, il marchese Baldassarre Donati Romagnoli – l’unico della famiglia che ando’ in Libia per visitare il figlio primogenito, Mario Corso, che era ufficiale nell’esercito Italiano?
Pensi che io son nata a Tripoli e che – mi creda – prima di Gheddafi era un gran bel paese grazie anche e sopratutto agli italiani.