L’anno 2016 segnerà il 60° dalla posa della prima pietra della chiesa Stella Maris di Milano Marittima il quale vero nome è “Santuario S.Maria Stella Maris”. Il 1956 vide anche la prima visita pastorale di un vescovo alla nostra parrocchia, i cui confini furono stabiliti fra molti litigi nel 1954. Nel 1959 la chiesa era praticamente ultimata, anche se la maggior parte del progetto non poté essere completata per la scomparsa dei fondi dovuta al “crac” di Giuffré. La consacrazione della chiesa avvenne nel 1970, anche se la storia suggerirebbe un altro anniversario d’inizio della nostra chiesa: il 2018. Fu infatti nel 1938 che, supplicato da due pie donne, Battistini e Pansecchi, Mussolini in visita a Cervia concesse il terreno per erigervi la sospirata chiesa di Milano Marittima. Un regalo come già ne aveva fatti in altre parti d’Italia ed un regalo ai suoi cari frati francescani. Sentimenti che i francescani ricambiavano ardentemente, tanto che nel libro “San Francesco e Mussolini” del 1926 di padre Paolo Ardali, egli faceva il parallelo fra il Duce ed il Santo e del primo ha scritto che per essere uguale al poverello di Assisi “manca solo l’aureola” (testuali parole). Per fortuna padre Ardali non fece parallelismi fra la Petacci e Santa Chiara! Nelle lettere di Mussolini a Padre Pio si legge “Vi scrivo da fascista a fascista” e Donna Rachele nelle proprie memorie cita Padre Pio come “L’unico prete di cui mi fidassi”, forse sperando in un suo miracolo verso Annamaria, la figlia malata. Già dal 1925 il Duce cita spesso i francescani e San Francesco nei suoi discorsi, sostenendo che le imprese coloniali delle sue Camicie Nere erano la continuazione dell’apostolato dei frati! E non è un caso che essi intestassero la prima chiesa di Milano Marittima “Santa Maria della Vittoria” in onore della vittoria di Addis Abeba del 1936 con relativa fondazione dell’impero. L’attuale Piazzale Napoli si chiamava proprio Piazza Addis Abeba. Nel 1944, in piena guerra civile, anzi in piena guerra fratricida, anche fra le stesse correnti partigiane (vedi Porzus) non era più il caso di basare la propria presenza e la relativa proprietà su un regalo di Mussolini, visti i tanti “regolamenti di conti” nelle nostre zone (cfr. libro “Sulle tracce della storia” che ha nella bibliografia pure il nostro blog). Quindi, meglio accordarsi con l’autorità competente del momento e procedere ad una regolare compravendita, dove il terreno di 19.580mq fu pagato dai frati 1 Lira al mq, cioè il prezzo vigente già all’epoca dei fondatori milanesi. La trattativa coinvolse il Commissario Prefettizio Edmondo Mazzucato e padre Emilio, al secolo Mario Anselmi.
Il Conte che non conta