Questo blog nasce per raccontare la vera storia di Milano Marittima e far luce su tutte le stupidaggini che si sentono in giro o vengono riportate in altri siti o pubblicazioni e quindi prima di scrivere queste righe ci ho pensato e ripensato, dato l’argomento, ma per dovere di cronaca storica non potevo tacere l’episodio, che quindi riporto in esclusiva. Per un’ovvia questione di privacy non farò (come potrei fare) i nomi e cognomi delle persone coinvolte, che in molti casi ho conosciuto o conosco tutt’oggi. Personalmente non credo ai fantasmi però questa storia lascia degli interrogativi. Innanzitutto la location, cioè una delle più vecchie ville di Milano Marittima a ridosso della pineta, propietà di una nobile famiglia, quindi il vecchio castello non c’è, la famiglia blasonata si. Durante gli anni tribolanti e convulsi del passaggio del fronte, questa villa come altre venne occupata successivamente da gente del posto e dai militari. E’ proprio in questo periodo che risalirebbe la morte violenta di un giovane in questo luogo, morte oscura di cui poco si sa e meno si è parlato dopo, maturata probabilmente durante le faide e regolamenti di conti che avevano più a che fare con vendette personali che per motivi politici o militari. Col tempo la nobile famiglia dei proprietari tornò in possesso della villa e le nipoti del padrone, con le amichette, si divertirono a staccare alcuni crocifissi attaccati agli alberi di ginepro, inchiodati forse come segno della devozione dei soldati che vi avevano dimorato o forse come segno di pietà. Qui si comincia con i fatti strani, rumori di cui non si capiva la fonte, alcuni che sembrano il pianto di una donna, piangente la morte dei figli. Ma non finisce qui, ci fu addirittura un’apparizione, davanti a diversi bambini, una donna dal volto terreo che in una stanza avrebbe addirittura spostato oggetti, ed una bambina. Episodio che ha traumatizzato una piccola amica di casa, oggi adulta e che della faccenda non vuole più sentirne parlare nemmeno di sfuggita (alla quale non ho quindi chiesto ulteriori chiarimenti e ricordi). La padrona di casa (una donna molto pragrmatica e tuttora vivente) pensò ad una bugia delle figlie, dei nipoti e degli amici. Ma non era così. E del resto, se una è tuttoggi traumatizzata, significa che non era un invenzione infantile, altrimenti l’avrebbe lei stessa smentita ridendoci sopra una volta raggiunta l’età adulta. Poi si pensò ad uno scherzo ai danni della bambina da parte delle cameriere di casa, portate dall’Istria dalla contessa madre. Ipotesi che però non regge, se è vero che il folclore slavo da secoli si nutre di storie simili (il vampirismo nasce proprio nelle saghe dell’Istria e non nella Transilvania di Dracula), è più vero ancora che mai e poi mai tre servette si sarebbero permesse di traumatizzare le rampolle dei padroni, pena perlomeno il licenziamento immediato, e poi la casa era piccola, più che altro un piano ed è impossibile che nessun adulto abbia visto, anche solo di sfuggita, una serva mascherarsi. Infine, possibile che, nel caso, le bambine non riconoscessero qualcuno dietro il trucco? Allora, chi o cosa spaventò così a morte le piccole inquiline? Qui la storia potrebbe fermarsi, invece no. Anche se personalmente, e ci tengo a ribadirlo, non credo ai fantasmi o maledizioni (per me la villa era un luogo di gioco e amen) ci sono fatti incontrovertibili, che a pensarci un brivido lo mettono. Nel 1962 durante i lavori di ristrutturazione, ecco che un cadavere davvero saltò fuori! Era quello del giovane ucciso pianto tanto dalla donna fantasma? Nello stesso 1962 inizia anche una serie di morti premature, spesso violente; nelle famiglie che a vario titolo ebbero a che fare con la villa vi fu sempre gente morta giovane. Apre la macabra serie un suicidio, quello della moglie di un caro amico della famiglia, dedito a spiritismo ed occultismo (che caso!). Il custode perde la figlia giovanissima. Il bagnino di famiglia perde a turno la figlia ed il nipote. Due albergatori che ospitavano spesso gli amici di famiglia persero entrambi figli giovanissimi. Muore giovane e suicida la moglie del gestore dell’attività costruita dov’era il giardino dei ginepri coi crocifisi inchiodati. Negli ultimi tempi, durante l’abbandono, una famiglia prende in affitto il garage per tenerci gli animali, padre e figli rimangono tutti e tre presto vedovi. Quando, infine, la villa viene venduta e abbattuta negli anni 80 tutto dovrebbe aver termine, invece no! E nonostante fosse stata benedetta dal parroco dopo il macabro ritrovamento, Il nuovo padrone giovane e rampante, fa appena in tempo a edificarvi il suo villone, che muore giovane, lasciando due bimbe piccole, com’erano due bimbe piccole le figlie dei vecchi proprietari vittime del fantasma.
Il Conte che non conta