La Tartana è stata per 40 anni una prestigiosa boutique di Milano Marittima e punto di riferimento di tutta la Riviera Romagnola.
Sarebbe meglio dire le “Boutiques”, perché in realtà ce ne furono due, ovvero “La Tartana” in Viale Matteotti 104 (1973-2010) e “La Tartana 2″ in Viale Gramsci 78 (1978-1984). La prima insegna fu un quadro dell’artista locale Ivan Candoli e a dare una mano per arredare il primo negozio venne in amicizia anche Ferruccio Lamborghini. Del resto, l’arredamento fu sempre curato e up to date, basti pensare alla grande lampada Falkland regalata dall’amico Bruno Munari, alle sedie modello Mackintosh quando il negozio fu totalmente riconcepito nel 1985.
LA TARTANA: UNA ISTITUZIONE
La Tartana fin dall’inizio fu una delle più note e rinomate realtà commerciali della Riviera Romagnola, tanto che parecchi l’hanno definita “un’istituzione a Milano Marittima”. Compreso l’originalissimo modo pazzerellone di esporre la merce, modo usato ancora da Renata Molho, giornalista di Vogue, biografa di Armani e amica di Salvador Dalì. Certo è stata la prima in assoluto a far conoscere la moda-mare di Capri, Positano e Saint-Tropez mantenendosi fedele a quest’immagine per 40 anni.
Dopo gli anni ’60 davvero eleganti, La Tartana ha svecchiato una situazione di stallo che vedeva una certa borghesia vestire il tailleur cittadino anche al mare. Questo stile nacque grazie a quel grande sarto che fu il Marchese Emilio Pucci, che aprì il suo negozietto a Capri curandolo personalmente fin nelle pulizie dei pavimenti.
La Tartana (con sede in un negozio comprato già nel 1968 in Condominio Grazia già Villa Babini) nacque dalla medesima intraprendenza di due giovani “aristopratici” come Pucci, cioè Emilde Mazzi e Giuseppe Ausiello, decisi a dedicarsi alle “pezze di lusso”.
Quando nel 1971 Peppino ebbe la prima idea di aprire La Tartana, voleva inserirsi nella scia, anzi nell’eredità dei primissimi negozietti positanesi, come quello della duchessa Laura Carafa d’Andria, e degli abiti dipinti a mano come quelli della boutique di Eva De Ruggero, negli anni ’50. Del resto Giuseppe a Positano era di casa in tutti i sensi, essendo sua madre della famiglia che nel lontano 1571 aveva ricevuto in feudo dal Re di Spagna la borgata di pescatori (Giovanna Cangiano dei baroni di Passiano e Positano).
La passione e l’attenzione di Emi e Peppino per il taglio degli abiti ma soprattutto per la qualità dei tessuti era nota, fede ne fa l’aver avuto in esclusiva, fra fine anni ’70 e primi 80, capi della neonata Alberta Ferretti (La Tartana fu la prima vetrina della grande stilita nella zona). Attenzione che spaziava anche alla jeanseria con l’esclusiva della Levis.
La Tartana di Emy e Peppino, così sono conosciuti da tutti, ha vestito la Milano Marittima degli anni d’oro, dalla spiaggia alla serata di gala, con esclusive linee sartoriali prettamente italiane (per esempio delle seterie di Como) e artigianali tanto per l’estate, che per l’inverno. Con una clientela cosmopolita alla ricerca di qualità ed originalità altrove difficilmente rinvenibili. Non a caso fra i clienti c’erano persone e personalità anche del settore, dalla signora Max Mara (Ludovica Maramotti) alle amiche negozianti di Milano Marittima Rossana e Pantani, passando per Rita Magli dell’omonima firma. Per la jeanseria anche Anzia Alici, poi distintasi come titolare del negozio Julian, oppure Rossella Rondoni del negozio Space.
Se la clientela soddisfatta é la migliore pubblicità, i clienti della Tartana spesso, invece, facevano di tutto per non rivelare la fonte dei propri acquisti per esser sicuri di poter continuare ad assicurarseli senza concorrenza. Fra gli amici clienti c’erano nomi dell’alta imprenditorialità come Lamborghini (il soprannome Emi lo si deve a lui) dell’aristocrazia e dello spettacolo (compresi artisti locali quali Lara Saint Paul e Daiano Fontana).
Molti erano infatti i “pezzi unici” e perciò venduti solo a chi “sapesse portarli” più che a chi “potesse permetterseli”. E questo per tenere alta l’immagine della boutique nonché la professionalità e la credibilità dei proprietari. Il grande “gap” della boutique é l’essere stata sempre un po’ più avanti rispetto agli altri ed anche ai tempi. Nel 1978 fu, se non la prima, fra i primi a chiedere la possibilità dell’apertura invernale la Domenica, avendo appena aperto il secondo punto vendita in Viale Gramsci 78 di fianco allo Sporting. Richiesta ovviamente negata da chi di dovere. E a chi oggi soffre di amnesie più o meno volute e parla addirittura di lungimiranza, ricordiamo che allora nonostante la stagione iniziasse a Pasqua e finisse ad Ottobre inoltrato, veniva imposta la chiusura a mezzanotte ed era di precetto per giornate tipo 25 Aprile, Primo Maggio, Due Giugno.
GIUSEPPE AUSIELLO
È stato un musicista professionista che ha suonato con i Ricchi e Poveri, Gino Paoli, Jonny Dorelli, Lilian Terry, Jula De Palma, Renzo Arbore, Rodolfo Grieco, Giulio di Nola, Rino Gioielli, Lino Manzoni, Ornella Vanoni). Era noto nell’ambiente come “il conte della batteria”, soprannome che univa la sua bravura all’origine famigliare (soprannome datogli una sera a Positano da Romano Mussolini con cui aveva suonato occasionalmente). Un altro soprannome fu “Joe Morello” datogli da Renzo Arbore.
In quegli anni, infatti, diversi ragazzi di “buona famiglia” intrapresero la carriera musicale, a partire dal marchesino di Lésina, più noto come Renzo Arbore, che ogni tanto faceva una puntatina dalle nostre parti. Altri amici/colleghi dei titolari della Tartana erano gli Showmen, Lilian Terry, Gil Cuppini, Alfonso “Fony” Garofalo (pure lui marchese) che si esibiva al Pineta; e Rodolfo Grieco, che si esibiva alla Gatta e firmò grandissimi successi, a partire da quelli di Califano, Ornella Vanoni, Bruno Martino e tanti altri.
LA CHISURA DE LA TARTANA
Col totale cambiamento avvenuto negli ultimi anni della clientela che frequenta Milano Marittima e la progressiva sparizione di quella cui eravamo abituati, cioè l’élite, é sparito il target della Tartana, la quale nel 2010 ha cessato la sua attività non avendo più ragione d’esistere nel “nuovo” contesto.
Il Conte Ottavio Ausiello-Mazzi
Mi spiace molto, ma invece di criticare cani e porci, puoi anche dare un po’ di decoro alla tua città togliendo l’insegna della tartana, la cui ultima lettera da tempo penzola tristemente… sul serio avete abbassato la saracinesca e lasciato tutto come se niente fosse? E ti lamenti pure del degrado…
Erano i tempi belli di Milano Marittima. Oggi Milano Marittima e un posto triste e caro senza carratere. I altri posti della adriatica hanno superato questo posto. Un peccato.
concordo con Urs Stabler!!