De Maria, proprietario del celebre dancing Woodpecker, ha scelto il nostro blog per raccontare la vera storia del suo locale.
“Partì come un gioco e dissi: facciamo un cerchio, facciamo affiorare l`acqua e ci mettiamo i coccodrilli”.
Così l’architetto Filippo Monti, scomparso il 15 Dicembre 2015 (Wikipedia riporta erroneamente il 14 gennaio 2015), ha raccontato quella che era l’idea che diede vita al Woodpecker di Milano Marittima.
IL PRIMO WOODPECKER
La famiglia De Maria, residente estiva a Milano Marittima dal 1937, sensibile al nuovo corso di ripresa turistica del dopoguerra e stimolata dal figlio Aurelio (Gherardo all’anagrafe), ventiduenne universitario, decide di creare un locale notturno in grado di competere con i più importanti della riviera.
Nel 1952 nasce così alla Terza Traversa il Woodpecker Night Club significativa bandiera di Milano Marittima, sotto la conduzione De Maria non tradisce le aspettative. Partì subito come luogo d’élite: c’era gente che veniva da tutta Italia e i prezzi erano i più alti della riviera. Il locale faceva concorrenza al Savioli di Riccione e rimase a lungo più importante del Pineta.
I suoi punti di forza erano il personale altamente qualificato, l’ambiente intimo ed esclusivo, le orchestre di prestigio e la clientela di estrema eleganza e signorilità. Il terrazzo superiore ebbe per un certo periodo un locale di nome Pepper, aperto di pomeriggio per i ragazzi più giovani che ospitò gruppi famosi dell’epoca come l’Equipe84.
IL NUOVO WOODPECKER
In quegli anni Milano Marittima era in crescita, gli alberghi e le case attorno al Woodpecker risentivano del rumore e del traffico generato dal locale che decide così di trasferirsi. In accordo con il Comune di Cervia, De Maria ottiene la concessione per la costruzione del nuovo Woodpecker nell’immediato entroterra di Milano Marittima.
“Stavo tornando da Ravenna e nei pressi di Milano Marittima feci caso ad alcuni laghetti, dissi fra me e me, che il nuovo Woodpecker sarebbe stato sull’acqua. Silvano Collina mi passò il contatto dell’architetto faentino Filippo Monti che creò un modellino basato sulle mie idee rivoluzionarie” .
“Ricordo che andai a Faenza a casa di Monti e mi fece vedere una vaschetta circolare con dentro della carta tagliata a forma di stella e intorno della stagnola, poi su un lato posò un colino capovolto, e mi disse: Questo, Aurelio, è il tuo Woodpecker… Io accettai con grande entusiasmo”.
Così nel 1966 fu affidato ai Fabbri Ferrai di Forlì l’incarico di innalzare la cupola in vetroresina, inoltre, diversi bulldozer crearono un cratere contornato da una duna perimetrale: questo perché nell’idea dell’Architetto, dovevano conciliarsi la terra, ovvero il fondo del cratere, con il cielo, cioè la cima della duna.
L’APERTURA DEL NUOVO DANCING
La nuova sede aprì al pubblico nel Giugno del 1968 e quest’opera di grande valore architettonico fu subito molto apprezzata dalla clientela, per l’eleganza, modernità e atmosfera.
Il servizio bar era gestito da Peppino Manzi e l’inaugurazione fu affidata all’orchestra di Franco Campanino (di Napoli) e all’orchestra di Tonino D’Ischia (di Torre Annunziata, Napoli).
L’orchestra “I Campanino” proveniente dal locale “La Mela” in Via dei Mille a Napoli era formata da: Franco Campanino cantante chitarrista, Antonio Sinagra cantante pianista, Gianni Averardi batterista e il Bassista Antonio Scaringi. L’orchestra Tonino d’Ischia di Torre Annunziata, solitamente attiva tra Capri e la Costiera Sorrentino Amalfitana, era formata da: Tonino d’Ischia alias Antonio Di Nola cantante, Alfonso Di Donna bassista, Ignazio Laiola chitarrista e Giuseppe Ausiello di San Bartolomeo detto “Il conte della batteria” che era cantante e batterista (il soprannome glielo diede Romano Mussolini una sera che suonarono insieme a Positano, unendo il titolo di famiglia alla maestria).
PERCHÉ CHIUSE IL WOODPECKER?
Nel corso degli anni sono state molte le leggende sulla chiusura del Woodpecker, c’è chi disse che chiuse per colpa della posizione, chi per l’umidità, quella più gettonata è per colpa delle zanzare, che come tiene a precisare il proprietario “Non eravamo distanti dalle Aie ma nessuno li si è mai lamentato delle zanzare, perché non erano una piaga come dicono”.
Dopo 40 anni esatti, nei quali ha rifiutato interviste a diverse testate come Il Resto del Carlino, il Dott. Aurelio De Maria sceglie il nostro blog per spiegare la realtà dietro alla chiusura del suo dancing.
In una notte di metà anni ’70, il Woodpecker prese fuoco, un cortocircuito scaturito dai bagni devastò la struttura salvando soltanto la cupola. Una proposta di ripristino con modifiche al progetto fu respinta poiché non ritenuta conforme al piano regolatore, determinando quindi la remissione della concessione dal Comune ed inevitabilmente l’abbandono al degrado della struttura. Rimane ormai la storia di un grande locale ed il suo mito: il Woodpecker Night Club di Milano Marittima.
LE FOTO D’EPOCA
L’ABBANDONO
Oggi sembra che in questo piccolo cratere il tempo si sia fermato, ancora ben conservata è la pavimentazione e la famosa cupola, la quale è stata presa di mira dall’artista di fama mondiale Blu, inserito dal “The Guardian” tra i 10 migliori writer al mondo, che ne ha dipinto l’interno con un girotondo surreale di esseri viventi a metà tra macchine e animali.
LA RINASCITA DEL WOODPECKER
Nel 2018 la Balsera Costruzioni di Riccardo Guerrini si aggiudica il bando indetto dal Comune di Cervia con una concessione di 15 anni per la ristrutturazione e gestione del Woodpecker. Il progetto, come garanzia di qualità e di una continuità con il passato, sarà curato dal figlio di Filippo Monti e vedrà la luce a giugno 2023. Sarà un’impresa familiare gestita dalle figlie Martina e Caterina e dalla moglie Lisa, l’obiettivo è quello di creare un polo multifunzionale aperto tutto l’anno dedicato ad eventi musicali e artistici.
Dopo 5 anni di lavori e mezzo secolo dall’ultimo ballo, il 28 giugno 2023, il Woodpecker riapre al pubblico e la cupola torna a risplendere sotto le stelle.
Non ci resta che invitarvi a leggere l’articolo che abbiamo realizzato in occasione della serata di presentazione alla quale siamo stati invitati. Clicca qui per leggerle le nostre impressioni.
Il conte Ottavio Ausiello-Mazzi e Thomas Venturi
speriamo che venga restaurato e riportato a discoteca come una volta è una parte di storia non perdiamola forzaaaaaaaaa
Condivido, speriamo che lo riportino alla sua vera identità, è un pezzo di storia e sarebbe un peccato
Vorrei sapere quando uscirà il bando e dove posso avere il cartaceo x iscriversi
La cupola venne costruita a spicchi, in vetroresina con intelaiatura in alluminio. Le misure e l’esecuzione furono così esatte, che il montaggio in loco risultò perfetto senza alcuna differenza . Ero dipendente della Soc. Fabbri Fer. Forlì
Salve, sto conducendo una ricerca sul Woodpecker e sulla tecnica costruttiva adottata. Ci sarebbe modo di chiederLe qualche informazione?
Grazie
Certo, scrivimi via mail info@cerviaemilanomarittima.org
Ho scritto la mail oltre una settimana fa, ma non ho ancora ricevuto risposta…
Non conoscevo la storia del Woodpecker ma il posto mi ha sempre affascinato tant è vero che ci andavo a fare le foto d estate ormai tanti anni fa…nel 1988. Mi piacerebbe molto che tornasse quel bel dancing che era!
Ho lavorato come organista forse in estate 1970 con un’ orchestra ” I SAMURAI ” bellissimo locale peccato sia finito cosi .La mia giovinezza passata anche .
Ci andai diverse volte, le zanzare erano davvero un grosso problema .
Qualcuno sa con esattezza l’anno di chiusura ? grazie
No, purtroppo lo stesso proprietario quando lo abbiamo intervistato non ci disse l’anno esatto ma solo che avvenne a metà anni ’70.
Cosa c’è ora al posto del primo Woodpecker, nella terza traversa? Non sono mai riuscito a localizzare il luogo in cui si trovava.
C’è il condominio con il medesimo nome, il quale ha sotto una salagiochi all’incrocio di Viale 2 Giugno e la III Travesa. Saluti
via rossena3/2
Per quanto bello e avveniristico era il nuovo Woodpecher, per quanto era eccezionalmente bella e signorile l’atmosfera del Woodpecher della 3° traversa, dove ci lavorai per la prima volta nella breve stagione de 1955 (50gg) e per altri 5anni poi al ritorno delle mie esperienze nelle città d’Europa. Bei ricordi che anno arricchito la mia conoscenza professionale. Chissà se farò ancora in tempo a shakerare un cocktail nel futuro nuovo e rinato Woodpeker.
Sono ancora qui che aspetto l’occasione di cimentarmi a miscelare il cocktail di augurio per una buona gestione del rinato woodpecker.
Quanti ricordi dei suoi meravigliosi cocktail. Prima venivo con mio papà, poi con mio marito e i nostri figli. Abbiamo ancora i libri che ci ha regalato. Tanti saluti.
stiamo conducendo una ricerca sul woodpecker e come potremmo utilizzare, a scopo di pubblicazione, gli schizzi di Filippo Monti di questo blog?
Quegli schizzi sono attualmente in possesso del figlio di Monti, se non erro. Per utilizzarli in una pubblicazione è sufficiente avere il suo permesso e poi citare la fonte.
Mi chiamo Giorgio Ricci e sono il figlio di Mario Ricci l’ultimo gestore del Woodpecker alla terza traversa. Ricordo come ora mio padre che faceva vedere in famiglia il progetto del nuovo locale che il sig De Maria aveva fatto realizzare. Mio padre scelse di non gestire più il locale nuovo, proprio per i laghetti. Trovò allora il progetto non adeguato. Forse era troppo avveniristico, chissà. Certamente ricordo che i laghetti furono progettati perché nello scavare fu trovata l’acqua che raffiorava. La zona era chiamata la bassona perché sotto il livello del mare
Io ho avuto la fortuna da ragazzina di sentire tanti artisti tra cui Caterina Caselli e i Giganti al primo Woodpecker alla III Traversa. Che begli anni!
Daniela.. Anch’io ricordo la Caselli(mi pare vestita in bianco e nero) e pure i Giganti.. e sulla terrazza il pepper club con la band inglese (buddies prima e doc Thomas group l’anno dopo..).. magari ci conoscevamo.. sono Lucio veneto
ho vissuto tante serate al woodpecker coi laghetti spero di poter tornare a riviverlo .
Mi piacerebbe viverlo come lo vivevo nel passato, con lera del momento. Grazie.
Mi fa molto piacere leggere il suo commento di bei ricordi. Non più giovane ma ancora molto attivo, tanto è che scrivo e pubblico libri enogastronomici, mi diverte ancora. Signora Daniela, se mi invia la sua e-mail le invierò alcuni dei miei libri con piacere. Saluti Peppino e Luisa.
Signor Peppino la mia e-mail è danielabenzoni56@gmail.com. Sono di Milano, andavamo al Kent e venivamo sempre al Cluny con i nostri gemellini, Stella e Andrea, ai quali eravate molto affezionati, soprattutto sua moglie, e i miei genitori.
Mio marito grazie ai suoi libri è diventato il “barman” della nostra compagnia. Un abbraccio affettuoso a lei e Luisa. Daniela e Cesare